Il 12 novembre inizierà ad Ankara presso il Tribunale penale di 1° grado (nr 39) il processo a carico di 19 rappresentanti di ODTÜ Lgbti+ Dayanışması (18 studenti e un accademico) per aver organizzato e partecipato, il 10 maggio, al 9° Pride della Middle East Technical University (Metu).
Definita quale “assembramento illegale” dalle autorità locali, la marcia dell’orgoglio Lgbti era stata interrotta dalla polizia con spray al peperoncino, proiettili di plastica e gas lacrimogeni. Azione che provocò numerosi feriti.
L’Epoa (European Pride Organisers Association) ha perciò lanciato una campagna, invitando a
- condividere sui canali social il video del 10 maggio con gli hashtag #DefendMETUPride and #ODTÜnünOnurunaSahipÇık e il tag @odtulgbti;
- supportare l’iniziativa di Amnesty International per far cadere le accuse presso il ministero della Giustizia;
- inviare lettere di supporto come comitati Pride, associazioni Lgbti, sindaci, ministri, politici all’indirizzo odtulgbti@gmail.com per fare pressioni sulle istituzioni turche affinché vengano ritirate le accuse.
All’iniziativa hanno aderito Ilga Europe e numerosi comitati organizzatori di Pride come, ad esempio, quelli di Copenaghen, Londra e Praga.
In Italia, oltre a Gaynet, l’associazione presieduta da Franco Grillini, anche il Roma Pride e il Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli stanno supportando la campagna.
La senatrice Monica Cirinnà ha dato in giornata il suo sostegno condividendo il video e scrivendo: «È l’ennesimo segnale di violenza, minaccia e repressione del governo turco verso la comunità Lgbt+. I Pride sono un presidio di libertà e orgoglio, rafforzano la solidarietà politica e la democrazia. Facciamo sentire la nostra voce e la nostra solidarietà».