È recente la notizia che Giancarlo Ricci, psicoterapeuta autore di “Tesi contro l’omogenitorialità”, è sotto indagine da parte dell’Ordine degli psicologi della Lombardia. Oggi siamo riusciti a riscoprire una connessione molto significativa con un altro personaggio di cui si è molto discusso, Luca Di Tolve.
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Luca Di Tolve era salito agli onori delle cronache alcuni anni fa in quando s’iniziò a dire che fosse lui il famoso Luca della canzone di Povia “Luca era gay”. Di Tolve ha un passato da compulsivo sessuale e da consumatore abituale di droghe, ma racconta di aver trovato l’illuminazione a Medjugorje. Per cercare di soffocare le sue pulsioni omossesuali si era rivolto al Narth, un’associazione americana che sostiene le terapie di conversione dell’orientamento sessuale (screditate, come noto, da tutte le società scientifiche e fuorilegge in diversi Stati). Negli elenchi del Narth aveva individuato il nome dello psicoterapeuta Giancarlo Ricci e si era rivolto a lui.
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In un’intervista, rilasciata a Stefano Lorenzetto e comparsa su Il Giornale il 24 luglio 2011, è stato losstesso Luca Di Tolve ad affermarlo: «Cercai Giancarlo Ricci, psicoterapeuta aderente alla rete Narth del professor Nicolosi. Cominciai a lavorare sulla mia virilità. Dopo essere stato assunto come guardia giurata, mi misi a studiare La Gazzetta dello Sport e a guardare Il processo di Biscardi in televisione per non farmi cogliere impreparato dai colleghi che parlavano solo di calcio. Sentii d’avercela fatta il giorno in cui mi invitarono con loro al bar a bere una birra. Ero tornato nel gruppo dei pari.»
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Non è dato sapere se il leggere La Gazzetta dello sport e seguire Biscardi facesse parte della “terapia”, ma è invece certo che Giancarlo Ricci ha sempre negato di essere un fautore delle terapie di conversione. Anche se queste dichiarazioni (e soprattutto l’appartenenza al Narth) suggeriscono una storia completamente diversa. Ora sta all’Ordine tenere conto di tutti questi elementi e prendere la giusta decisione.