Il 12 novembre presso la Buganda Road Court di Kampala 67 persone, arrestate il 10 novembre in un gay club, sono state accusate dal pubblico ministero di aver disturbato la pubblica quiete.
I 67, che erano tra i 127 tratti domenica in arresto al Ram Bar di Kampala, potrebbero scontare fino a un anno di prigione se ritenuti colpevoli. Sono attualmente detenuti nel carcere di massima sicurezza di Luzira in attesa di sentenza.
«Questo è solo un attacco omofobico – ha detto l’attivista Lgbti Raymond Karuhanga alla Thomson Reuters Foundation fuori dal tribunale -. Erano persone in un club, nemmeno per strada. Si stavano divertendo, ascoltando musica. Quindi si arrestano quasi 130 persone e li si accusano di dare pubblico fastidio. Vogliono solo zittirci come comunità»
Gli attivisti ugandesi per i diritti delle persone Lgbt hanno espresso preoccupazione per una serie di attacchi, verificatisi dopo che il ministro dell’Etica e dell’Integrità Simon Lokodo aveva annunciato, il 10 ottobre, una progetto di legge per introdurre la pena di morte in caso di «atti omosessuali gravi». Progetto di legge, poi ritirato dal governo a seguito delle ferme reazioni di finanziatori internazionali.
La polizia ha negato che il raid avesse preso di mira le persone Lgbt, dichiarando di essere invece impegnata in operazioni di sopralluogo legate al Tobacco Control Act. Norma, questa, che proibisce di fumare shisha con pipe ad acqua.
«Non li stiamo prendendo di mira e non lo faremo – ha dichiarato il portavoce della polizia Patrick Onyango -. Abbiamo fatto incursioni simili in molti luoghi per fumatori di shisha. Ieri li abbiamo trattenuti ai sensi del Tobacco Control Act. Ciò che avete sentito in tribunale sono le accuse che il procuratore ha avanzato».
Parole che, in ogni caso, debbono essere considerate alla luce del violento clima omofobo vigente. Secondo il Codice penale ugandese chiunque abbia «conoscenza carnale contro l’ordine della natura» è soggetto all’ergastolo. Gli attivisti, nel riferire una serie di attacchi durante l’anno, hanno ricordato ben tre omicidi di persone Lgbti. Senza contare la condanna a morte di un attivista il 4 ottobre.
In ottobre 16 attivisti sono stati arrestati e accusati di aver avuto rapporti con persone dello stesso sesso dopo che la polizia aveva fatto irruzione nella loro sede associativa, costringendoli poi a sottoporsi a esami anali.
Sempre nel mese scorso un rifugiato gay ruandese è stato picchiato a Kampala mentre una donna lesbica è stata violentata dal suo medico.