Nasce a Roma grazie all’impegno di Angelo Maurizio Fioredda l’associazione Senes – Sostegno Senior Arcobaleno, che alle 19.00 ha presentato in Roma presso il Centro culturale “Cappella Orsini” il proprio programma con un incontro dal titolo Dai sogni agli obiettivi. Un nuovo modo di attivismo sociale Glt. A intervenire, oltre al fondatore nonché presidente del neo ente, il vicepresidente Umberto Menicocci, l’attivista politico Vanni Piccolo e l’intellettuale Roberto Lucifero, direttore del centro culturale.
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Per saperne di più, Gaynews ha intervistato il presidente Angelo Maurizio Fioredda.
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Angelo, quali sono i motivi che ti hanno spinto a costituire Senes?
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Memoria e progettazione: potrebbero essere questi i motivi principale, se dovessi indicare in sintesi ciò che mi ha spinto a realizzare l’associazione, ciò che da un po’ di tempo mi anima la mente e il cuore. Dopo molti anni io e ad altri attivisti ci siamo ritrovati a fare bilanci, guardandoci indietro e domandandoci che cosa ne fosse stato dei nostri sogni, dei progetti e dei frutti raccolti,in 30 anni e più, da un impegno sociale e umano. Sempre sensibili, sempre attenti e presenti, ogniqualvolta il vento della discriminazione, dell’intolleranza, della violenza verbale e fisica, si alzava. Ora, arrivati alle soglie di una maturità ben incisiva, ci siamo accorti di nuove problematiche, che in anni giovanili ci aveva visti un po’ disattenti.
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L’associazione si prefigge di essere di sostegno alle persone omosessuali e transessuali della terza età. Perché?
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La terza età, di per sé, non è un periodo facile per nessuno. Per noi, poi, lo è ancora di più. Arriviamo già “provati” da una vita dura, fatta di mille ostacoli, che stroncherebbe chiunque. Ma non noi. Tuttavia è innegabile che le forze vengano meno. Troppo spesso non ci sono ammortizzatori affettivi, sui quali fare affidamento. E, tanto meno,quelli economici. La solitudine, alla quale siamo comunque abituati, può poi diventare in età avanzata una scomoda compagnia. Siamo comunque “dignitosamente” sempre all’altezza. Solo che, in tutto questo, dobbiamo notare una totale mancanza di solidarietà generazionale. Un muro di silenzio e “rimozione” si innalza dopo i 50 anni. E lo si capisce solo dopo averlo superato. Una persona gay non può né deve invecchiare- si suppone- e, se lo diventa, viene automaticamente “cancellato”. Rimosso. Questo è inaccettabile specialmente tra di noi, che sappiamo bene ciò che significhi l’emarginazione e l’esclusione. Non ci si pensa, finchè non ci si arriva. Una sorta di damnatio cala sulle persone omosessuali non appena passata la gioventù.
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Come pensate di concretare un tale progetto?
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Attraverso quattro direttive: rivalutazione, sensibilizzazione, cura e affetto. Un anziano va protetto, curato, rivalutato, amato. Le sue rughe sono il simbolo di una vita e dei suoi frutti, di cui i più giovani godono adesso. A loro rivolgo l’invito ad essere grati e a imparare a valorizzare e proteggere questi doni. Inutile ricordare quanto sia effimera e veloce la gioventù, seppur preziosa. Bisogna però essere attenti a non cadere nella “maledizione della cicala” (ironica metafora della nostra vita anche se un po’ stereotipata). Noi 50enni siamo all’inizio di questo viaggio verso la maturità e ci facciamo sostenitori di coloro che sono già più avanti negli anni. Ma non possiamo né vogliamo farlo da soli. Tendiamo una mano da un lato, ma dall’altro vogliamo anche i più giovani a sostenerci a loro volta. Una grande rete di braccia unite e forti. Le lotte non sono finite. E dobbiamo essere più forti che mai. Noi con l’esperienza, i più giovani con l’entusiasmo.
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Questo è l’inizio progettuale dell’associazione. Una forza in più, insomma, perché i “lupi grigi” – come amiamo chiamarci – sono ancora presenti.