Si è celebrata il 17 maggio la 10° Giornata internazionale contro l’omotransfobia. La data, come è noto, fu scelta per commemorare una decisione storica. Il 17 maggio 1990, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità stabilì che l’omosessualità fosse definitivamente depennata dalle classificazioni internazionali delle malattie mentali. Mentre si sono moltiplicate in tutta Italia manifestazioni per promuovere la sensibilizzazione alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le persone Lgbti, non sono mancati autorevoli interventi.
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A partire da quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: «L’omofobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di eguaglianza e comprimono la libertà e gli affetti delle persone. A nessuno può sfuggire che qualunque forma di persecuzione in base all’orientamento sessuale costituisca, sempre e ovunque abbia luogo, una violazione inaccettabile dei diritti umani universali. Gli atti di intolleranza si esprimono in violenze verbali o derisioni, altre volte danno luogo a minacce, fino a giungere, talora, ad aggressioni fisiche. Si tratta di manifestazioni che feriscono l’intera nostra società, che risulta indebolita nei suoi valori fondamentali di convivenza.Quando le discriminazioni hanno come bersaglio ragazzi e adolescenti vi è il rischio grave di compromettere fragili equilibri, perché gli anni della giovinezza sono quelli in cui si costruisce l’accettazione di sé, che è parte importante della futura serenità. Molto giovani sono spesso anche coloro che pongono in essere condotte omofobiche. Così, se alle giovani vittime va prestata un’attenzione particolare, nondimeno bisogna promuovere, soprattutto nei ragazzi, una positiva educazione all’incontro con l’altro. Senza una cultura dei diritti di ciascuno non si diventa pienamente cittadini. La considerazione del valore dell’altro, l’accettazione delle differenze, sono alla base di ogni convivenza. A un vigile e proficuo rispetto deve essere improntato ciò che dà forma alla vita comune: il linguaggio, la scuola, il discorso pubblico, le pratiche sociali, per una società pienamente solidale».
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Il post di Maria Elena Boschi
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La sottosegretaria Maria Elena Boschi, dopo aver partecipato a Reggio Emilia alla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone Lgbti da parte delle amministrazioni locali e i rappresentanti delle istituzioni, delle scuole, della società civile, ha invece assicurato sulla sua pagina Facebook:«Con il Dipartimento Pari Opportunità realizzeremo, tra le altre cose, interventi per un milione e mezzo di euro in due anni, per includere attivamente i soggetti a rischio di discriminazione nel mondo del lavoro. Perché se è bello celebrare oggi questo anniversario, vorremmo anche che non ci fosse più bisogno, in futuro, di dedicare un’intera Giornata alla lotta contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Come disse Eleanor Roosevelt, i diritti umani iniziano in piccoli posti vicino a casa, così piccoli da non essere neppure nelle mappe geografiche. Nella fabbrica, nella scuola, nel quartiere. Se i diritti di uguaglianza e pari opportunità non hanno senso in quei luoghi, non potranno averne in nessun altro luogo del mondo».
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Omofobia quale problema culturale: il parere del senatore Luigi Manconi
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Sulla matrice culturale dell’omotransfobia non ha dubbi il senatore dem Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani, che ha dichiarato: «La giornata contro l’omofobia e la transfobia non è solo necessaria ma indispensabile, perché al di là delle apparenze e di qualche progresso finalmente sul piano normativo, qualche progresso ma non tutti quelli necessari, resta un problema di mentalità comune, di senso popolare e di cultura diffusa».
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Da Monica Cirinnà a Sergio Lo Giudice: la necessità d’una legge contro l’omotransfobia
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La senatrice dem Monica Cirinnà ha sottolineato che «l’approvazione delle leggi sulle unioni civili ha fatto fare un notevole passo avanti sociale e culturale all’Italia, ma vi sono ancora troppi episodi di violenza fisica e verbale a causa dell’orientamento sessuale delle persone. Così come l’ok di oggi alla legge sul cyberbullismo è da vedere come un ulteriore elemento positivo, ma resta quanto mai urgente che il Parlamento vari al pià presto una legge che sanzioni pesantemente questi comportamenti, così come sollecitato anche dal presidente Mattarella».
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Le ha fatto eco il senatore Sergio Lo Giudice che, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha dichiarato: », spiega il senatore Pd Sergio Lo Giudice. «Ci vorrebbe il coraggio di portare direttamente il relativo ddl sulle misure di contrasto all’omotransfobia in Aula, saltando l’ostruzionismo in commissione. Ma è evidente che il testo uscito dalla Camera non ha i voti in Senato».
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Il flash mob di Sinistra Italiana davanti a Palazzo Madama
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I gruppi parlamentari di Sinistra Italiana hanno invece organizzato un flash mob davanti a Palazzo Madama per protestare contro lo stallo del ddl concernente le misure di contrasto all’omotransfobia. I partecipanti hanno indossato una t-shirt recante la scritta L’omofobia fa male al cuore, curala e l’immagine di un cuore stilizzato con i colori dell’arcobaleno. Al termine della manifestazione Nichi Vendola ha dichiarato: «L’omofobia distrugge la vita e la dignità delle persone, soprattutto dei più giovani. È necessario che il Parlamento abbia uno scatto d’orgoglio e approvi subito una legge ferma al Senato dall’inizio della legislatura. L’Italia è il Paese più omofobo d’Europa. Dopo il duro monito di oggi del Presidente Mattarella il Parlamento deve avere uno scatto d’orgoglio, un colpo di reni per legiferare e consentire che un pezzo della popolazione abbia diritti. Purtroppo dobbiamo sempre fare i conti con il partito di Alfano, con le forze neoclericali che si battono con tutte le forze perché non si arrivi a un pieno riconoscimento dei diritti civili di tutti. Ma noi andiamo avanti».
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L’intervento in Aula di Alessandro Zan: «Condotta omofoba anche dal mondo istituzionale»
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Il ddl sulle disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia a firma d’Ivan Scalfarotto presenta non poche criticità come ripetutamente lamentato anche dalle associazioni. Ma una legiferazione al riguardo è improrogabile. Non ha dubbi al riguardo il deputato del Pd Alessandro Zan che, in un intervento in Aula a fine seduta, ha anche puntato il dito con durezza: «Esattamente 27 anni fa, il 17 maggio 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimuoveva l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Dal 2007 l’Unione Europea celebra ufficialmente questa giornata, soprattutto per promuovere negli Stati membri adeguate misure normative di contrasto all’odio omofobico e transfobico. Ma in Italia da più di tre anni è bloccata in Commissione Giustizia del Senato la norma che dovrebbe inquadrare l’omofobia e la transfobia come aggravanti dei crimini d’odio al pari del razzismo o dell’antisemitismo. Questo vergognoso stallo della legge lascia impuniti un grande numero di crimini gravissimi, solo nell’ultimo anno quantificati in diverse centinaia di episodi.
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Tuttavia è ancora più grave rilevare che una condotta omofoba proviene proprio dal mondo istituzionale, che dovrebbe invece sostenere in modo incondizionato tutte le minoranze e le condizioni personali dei cittadini. Condotta che si è manifestata e che tutt’ora si manifesta tra alcune forze politiche con frasi inqualificabili e che legittima di conseguenza comportamenti omofobi nella società. Infatti, la codardia di alcuni esponenti politici che mascherano il loro odio omofobico e transfobico con principi democratici come la libertà d’espressione, fomenta e inasprisce le discriminazioni quotidiane tra i cittadini, in particolar modo tra i più giovani. Approvare una legge contro l’omofobia e la transfobia è un obbligo di civiltà e di buon senso: possiamo mettere le nuove generazioni nelle condizioni di non doversi mai nascondere e di poter far valere sempre i propri diritti. Non perdiamo un’occasione di rendere migliore la nostra società».
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Roberta Lombardi (M5s): «Necessario ripartire dall’educazione»
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Sulla necessità di combattere l’omotransfobia è intervenuta anche la deputata pentastellata Roberta Lombardi nel corso di un evento specifico, tenutosi presso il III Municipio di Roma e incentrato sulla proiezione del docufilm L’altra metà del cielo della presidente di Di’Gay Project Maria Laura Annibali. Roberta Lombardi, dopo aver ricordato il gesto simbolico del bacio collettivo in Aula attuato dai parlamentari M5s, ha sottolineato la necessità della lotta all’omotransfobia a partire dall’educazione da impartire in famiglia e nelle scuole.
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