Si è svolta ad Atlanta in Georgia la 68° edizione di Miss Universo, la cui corona e scettro sono stati assegnati, l’8 dicembre, alla 26enne sudadfricana Zozibini Tunzi. Tra le 90 concorrenti al titolo anche la birmana Swe Zin Htet, Miss Myanmar 2019, che, pur non essendosi piazzata tra le prime 20, è stata la prima donna dichiaratamente lesbica a concorrere al titolo mondiale.
La spagnola Patricia Yurena Rodríguez Alonso, che partecipò a Miss Universo 2013 classificandosi al secondo posto dopo la venezuelana María Gabriela de Jesús Isler Morales, fece infatti coming out un anno dopo, il 18 agosto 2014, pubblicando sul suo profilo Instagram una foto con l’allora compagna Vanessa Klein.
La 20enne Swe Zin Htet, il cui nickname è Superman, ha invece rivelato la sua omosessualità in un’intervista al sito Missosology, pubblicata il 29 novembre. L’indomani ha poi pubblicato sul suo profilo Instagram una collage di foto, su una delle quali è stata sovrapposta la bandiera rainbow e la parola Proud (Orgogliosa, ndr).
«Sono arrivata a una piena consapevolezza del mio orientamento sessuale – ha dichiarato a Missosology – dopo lungo tempo. Sapevo di essere “una di loro” dal 2015. È personalmente piuttosto impegnativo. Ma sento di avere una voce più forte e la posizione migliore per promuovere la causa Lgbti. Alcuni fan del concorso lo sanno e mi supportano. Ma questa è la prima volta che riesco a parlarne in pubblico».
Ha poi dichiarato di voler costituire una fondazione, spiegandone così i motivi: «So che non tutti i Paesi consentono il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Voglio che il mondo accetti la comunità Lgbtq+ e il loro diritto di scegliere il proprio percorso e la ricerca della felicità. L’amore è la cosa più potente e le persone si innamorano degli esseri umani, non del loro genere. Dovremmo sempre avere la libertà di scelta e promuovere l’uguaglianza».
Il coming out di Swe Zin Htet è stata accolto con entusiasmo dai suoi fan sia in Birmania sia in tutto il mondo. Quando ieri su Facebook si è scusata per non essere riuscita a partecipare alla competizione finale di Miss Universo, è stata letteralmente inondata di messaggi d’affetto e apprezzamento.
Una scelta coraggiosa quella di Swe Zin Htet, se si tiene in conto che in Birmania (o Myanmar) i rapporti tra persone dello stesso sesso sono puniti fino a dieci anni di carcere, come previsto dalla Sezione 377 del Codice penale (anche se negli ultimi anni nessuna pena è stata mai irrogata).
Si sta assistendo comunque a un lento cambiamento al riguardo nel Paese asiatico. Lo scorso anno le autorità birmane hanno permesso, per la prima volta, che si tenesse una manifestazione Lgbti in un parco pubblico di Rangoon. Manifestazione, cui presero parte oltre 12.000 persone. E il 26 gennaio scorso, sempre nella capitale, si è tenuto il primo Pride della Birmania.