Termina il 31 dicembre Hate Crimes No More Italia, la raccolta dati, attraverso questionario anonimo, e la relativa campagna di comunicazione sugli atti d’odio verso le persone Lgbti+.
Lanciato nell’anno dopo alcune esperienze a livello regionale (Veneto, Campania, Piemonte, Emilia Romagna), è il primo progetto di documentazione a livello nazionale sui casi di violenza omo-lesbo-bi-transfobica, che ha nel Centro Risorse Lgbti il suo principale promotore.
Hate Crimes No More Italia è stato realizzato grazie al contributo del Comune di Bologna, di Lush, di Ilga-Europe. Fondamentale anche il sostegno dei vari enti associativi in forma di partenariato: Agedo, Arci, Arcigay, Famiglie Arcobaleno, Rete Lenford, Gaynet, Rete Genitori Rainbow, Ireos Firenze, Circolo Tondelli, Rete Educare alle Differenze, Cesp, Rete Educare ai diritti umani.
Alla base della raccolta dati e della campagna di comunicazione la consapevolezza dell’assenza di un monitoraggio del fenomeno a livello nazionale, della cui gravità si ha comunque percezione attraverso l’attenzione dei media a eclatanti casi di violenza verso le persone Lgbti e le denunce, anche via social, da parte di vittime o conoscenti.
Hate Crimes No More Italia vuole pertanto essere un tentativo significativo nel colmare una tale lacuna. Tanto più significativo se si tiene in conto che, dopo anni di alterne vicende, si è tornato a dibattere in Parlamento di una norma di contrasto alle discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere. Cosa che è stata avviata il 24 ottobre, presso la Commissione Giustizia della Camera, con l’incardinazione dello specifico progetto di legge, di cui è relatore il deputato Alessandro Zan (Pd).