In preparazione della nuova edizione del Perugia Pride Village, che si terrà nel capoluogo umbro dal 23 al 25 giugno, Gaynews ha intervistato Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti.
Anche quest’anno, in vista del Pride, Omphalos Lgbti – Perugia ha messo in campo molte iniziative. Rispetto alla scorsa edizione quali sono le novità previste per il Pride Village 2017?
La strutturazione delle tre giornate del Perugia Pride Village rimane la stessa ben collaudata delle passate edizioni e le principali novità riguardano i temi e gli argomenti trattati. Si apre, come al solito, il venerdì sera con la notte arcobaleno, che coinvolge l’intero quartiere di Borgo Bello, al centro storico di Perugia, con musica, esercizi commerciali aperti fino a tarda notte e una miniparata lungo tutto il quartiere. Poi nelle giornate di sabato e domenica il Perugia Pride Village propone dibattiti, musica dal vivo, stand informativi, mostre fotografiche, proiezioni di film (quest’anno andrà in onda il premio Oscar Moonlight) e il concorso/cabaret Miss Drag Queen Umbria 2017. Il Perugia Pride Village è ormai diventato un appuntamento atteso dalla città e sempre molto partecipato.
Lo slogan dell’anno è costituito dalle parole laicità e libertà che, vicine, amplificano l’una il significato dell’altra. Perché questa scelta?
La scelta è motivata nel documento politico del Perugia Pride. Viviamo in un Paese che si dice laico, in cui l’opinione di un’istituzione religiosa è però capofila di ogni telegiornale. Un Paese in cui la discussione sui diritti umani deve passare attraverso un contraddittorio di persone che si sentono legittimate a seminare odio in virtù di un credo. È il momento che il movimento Lgbti e la società tutta diventino bandiere di un pensiero libero e laico, in cui atei e credenti di ogni religione trovino la capacità di separare la devozione individuale dalla discriminazione. Per questo abbiamo scelto lo slogan: Si scrive laico, si legge libero, che verrà affrontato nei dibattiti e nelle tante altre attività del Pride.
Da poco la Regione Umbria ha approvato una legge contro l’omotransfobia grazie anche al determinante contributo di Omphalos Lgbti. Quali suggerimenti potete offrire, sulla base della vostra esperienza, ad altre associazioni, gruppi e organizzazioni che intendono promuovere la stessa cosa nelle loro regioni ?
Il miglior suggerimento che possiamo offrire è quello di fare rete e stringere alleanze con le tante forze che con noi condividono un orizzonte di diritti e libertà. In Umbria l’alleanza tra le associazioni Lgbti e le tante altre associazioni del territorio, i sindacati, gli studenti, ecc. è stata chiave nell’operazione di pressing verso l’assemblea regionale. Poi ci vuole determinazione e ostinazione nel mantenere la barra dritta durante le fasi più delicate della discussione e della mediazione, ricordando sempre il proprio ruolo, che è quello di forza sociale che rappresenta una comunità e delle istanze ben precise.
Nel vostro sito web è presente un documento dal titolo Gestazione per altri: il documento politico di Omphalos. C’è un dibattito aperto in materia e molti sono i punti di vista. Quali sono le vostre riflessioni più significative ?
Omphalos ha fatto un lungo percorso di confronto e discussione interna sul tema, che è durato diversi mesi e che ha coinvolto a più riprese le socie e i soci di tutta l’associazione, producendo un articolato documento nel quale risulta chiaro il nostro parere favorevole alle pratiche di gestazione per altri. Uno dei punti cardine della battaglia per i diritti civili e sociali che Omphalos persegue è garantire la possibilità di autodeterminarsi, dove autodeterminazione è la decisione della singola persona di affermarsi in piena autonomia e libertà in ogni campo: sociale, economico, istituzionale, famigliare e politico. Ed è proprio seguendo il principio di autodeterminazione che non si vuole dubitare della capacità di scelta di una donna di poter fare del proprio corpo ciò che ritiene più opportuno, ma piuttosto lottare affinché si amplino i campi e i contesti nei quali possa esprimere le sue scelte nella maniera più libera e consapevole possibile. Riguardo al dibattito che si è aperto nel movimento, e che purtroppo ha registrato diversi momenti bassi, la nostra speranza è proprio il moltiplicarsi di simili percorsi di approfondimento e discussione, per evitare che il confronto sia ridotto ad un mero scontro tra personalismi.
Omphalos Lgbti è un’organizzazione che ha messo al primo posto del suo impegno quotidiano le tematiche inerenti all’Hiv e alle Mst. Per un territorio come quello perugino quali sono i punti forti della vostra azione e quali quelli deboli?
Il tema della salute e del benessere della comunità Lgbti è sempre stato prioritario per Omphalos e, per questo, sono numerosi i servizi che offriamo: dal centro di ascolto e accoglienza con le nostre psicologhe al gruppo salute e il suo checkpoint per i test rapidi Hiv e sifilide. Anche qui la stretta collaborazione con le strutture sanitarie ci ha permesso di offrire servizi di livello professionali. Ad esempio nel nostro checkpoint collaborano attivamente medici del reparto di malattie infettive e volontari formati grazie anche all’aiuto di esperienze pilota a livello nazionale come quella dell’associazione Plus di Bologna.
Omphalos Lgbti è impegnata sul territorio regionale da molti anni. Ci sono state ultimamente modifiche nel rapporto con le istituzioni?
Omphalos compie quest’anno 25 anni di attività e il suo è stato un percorso di costante crescita. La fiducia della comunità Lgbti e il lavoro instancabile delle tantissime volontarie e volontari che vi lavorano ogni giorno sono stati indubbiamente i fattori più importanti nel consolidamento del rapporto tra Omphalos e le istituzioni del territorio. Poi c’è la nostra indipendenza, sia politica sia economica, anche verso le istituzioni pubbliche, che rappresenta un valore al quale teniamo profondamente e che ci permettere autorevolezza e libertà nel portare avanti gli interessi di tutta la comunità.
Chi sono i vostri interlocutori privilegiati al riguardo?
Il nostro interlocutore privilegiato è e rimane la comunità Lgbtiu, che cerchiamo di intercettare e coinvolgere in tutte le attività che realizziamo, da quelle ludiche a quelle culturali. Da essa cerchiamo ispirazione e ci confrontiamo per individuare la direzione da dare all’azione dell’associazione. Poi basta partecipare al Perugia Pride Village per scoprire le oltre 40 realtà tra associazioni, gruppi, sindacati, con i quali collaboriamo tutto l’anno e che al Pride ci affiancano con i loro stand e le loro attività. Il Perugia Pride Village nasce anche dall’esigenza di celebrare una giornata importante per la nostra comunità proprio insieme ai nostri alleati di sempre.
E il rapporto con Arcigay ?
Tocchiamo un tasto per noi dolente. Sosteniamo da anni che Arcigay vada profondamente ripensata. E ultimamente anche Arcilesbica ha dimostrato di aver bisogno di una profonda riforma. L’esigenza di associazioni nazionali pesanti che controllano i loro territori e che pretendono di avere il primato di rappresentanza nel movimento Lgbti italiano non è più attuale (ammesso che mai lo sia stata). Il movimento è sempre più plurale e non si può non tenerne conto e ripensare gli strumenti di partecipazione e discussione. L’abbiamo detto al congresso di Ferrara nel 2012 e lo abbiamo ribadito al congresso di Napoli nel 2015 con il nostro documento Le ragioni del nostro NO, nel quale esprimevamo parere fortemente negativo sulla mozione che è poi risultata maggioritaria. Arcigay ha un patrimonio di risorse e competenze grandissimo che risiede nelle sue associazioni territoriali. Questo patrimonio va messo al servizio del movimento in un’ottica di servizio e di collaborazione, ripensando e allargando gli strumenti di partecipazione e isolando i vari padroncini abituati a gestire le associazioni come proprietà personali.
Una parola conclusiva sulla pallavolo, che figura nelle vostre attività. Le discriminazioni si vincono quindi con forti schiacciate o con un buon gioca di squadra?
La pallavolo è tra le nostre attività sportive principali e durante l’anno le nostre squadre organizzano tornei e partecipano a diversi eventi sportivi in giro per il Paese. Devo essere sincero però: coppe e medaglie ancora scarseggiano. Ciò che invece non scarseggia, e che anzi è in aumento costante, sono le iscrizioni e l’entusiasmo. Per questo posso dire con certezza che è il gioco di squadra a farci vincere le nostre battaglie dentro e fuori il campo da gioco. L’impegno con il quale i ragazzi e le ragazze della pallavolo, così come della squadra di nuoto, portano il messaggio della non discriminazione all’interno del mondo dello sport è per noi preziosissimo e rappresenta la più grande vittoria che potevamo sperare.