Non si placa la polemica negli Stati Uniti dopo l’editoriale del 19 dicembre di Christianity Today dal titolo Trump should be removed from office (Trump dovrebbe essere rimosso dall’incarico) all’indomani del voto favorevole della Camera dei Rappresentanti all’impeachement di Donald Trump.
In linea con la tradizionale impostazione del prestigioso magazine evangelicale, che ha sempre espresso il proprio punto di vista in occasione della domanda di impecheament del presidente degli Stati Uniti (così avvenne nel 1974 e nel 1988 relativamente a Richard Nixon, dimessosi però prima che la procedura fosse avviata, e Bill Clinton), l’attuale direttore Mark Galli ha analizzato i due articoli della messa in accusa di Donald Trump: abuso di potere e ostruzione al Congresso.
Fra le altre critiche il giornalista ed ex pastore presbiteriano (attualmente è componente della Chiesa anglicana del Nord America) ha affermato che Donald Trump «ha tentato di usare il suo potere politico per costringere un leader straniero a molestare e screditare uno degli oppositori politici del presidente. Questa non è solo una violazione della Costituzione ma, soprattutto, è profondamente immorale».
L’aggettivo immorale ricorre per ben cinque volte (sei se si considera la forma avverbiale immoralmente) nell’editoriale di Galli, che è arrivato ad affermare: «Nessuno degli aspetti positivi del presidente è in grado di bilanciare il pericolo morale e politico che affrontiamo sotto un leader dal carattere così enormemente immorale».
Immediate le reazioni di Donald Trump e di numerosi rappresentanti dell’evangelicalismo bianco, che hanno liquidato le critiche come elitarie e fuori dal mondo. Il presidente ha definito Christianity Today come un magazine di «estrema sinistra».
Un gruppo di circa 200 leader dell’ala evangelicale conservatrice ha invece scritto una dura lettera di protesta a Mark Galli, lodando Trump per essersi avvalso dell consiglio di «cristiani credenti nella Bibbia e americani patriottici». Franklin Graham, figlio di Billy, fondatore del magazine e tra le più influenti figure cristiane del XX° secolo, ha bollato l’editoriale come un «attacco totalmente partigiano».
Ma numerose sono state le reazioni favorevoli alla presa di posizione di Cristianity Today, in sostegno del quale studiosi e rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e religioni hanno firmato una petizione osservando come «negli Stati Uniti la comunità evangelicale e cristiana sia a un crocevia morale». Accanto a Mark Galli anche Napp Nazworth, che il 23 dicembre si è dimesso dalla redazione di Christian Post per le critiche mosse dal suo giornale all’editoriale anti-Trump.
Le dure osservazioni di Galli sono da leggersi alla luce della situazione problematica che sta vivendo l’evangelicalismo bianco, abbandonato progressivamente dalle generazioni più giovani.
«Uno dei principali fattori – ha dichiarato Greg Carey, professore al Seminario teologico di Lancaster in Pennsylvania, alla Reuters – è che la chiesa è troppo legata alla politica di destra». Carey ha inoltre osservato che l‘attivismo evangelicale contro i diritti delle persone Lgbti è particolarmente repellente per le giovani generazioni.
Per Randall Balmer, professore di religione al Dartmouth College ed ex redattore di Christianity Today, i temi cari alla comunità evangelicale quali matrimonio, aborto e relazioni tra persone dello stesso sesso non riescono a coinvolgere i più giovani, che proprio «in termini di orientamento sessuale si scrollano di dosso ogni limitazione».
Molti giovani evangelicali, inoltre, si sono opposti alle politiche trumpiane in materia di immigrazione e richiesta di asilo, particolarmente preoccupati ad alleviare la povertà e i bisogni delle persone interessate. In netto contrasto, dunque, con gli evangelicali più anziani e la posizione entusiasticamente filo-governativa di molti leader delle comunità.