È stata confermata, oggi, in appello dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli la condanna all’ergastolo per Ciro Guarente, il 37enne imputato per l’omicidio dell’attivista omosessuale Vincenzo Ruggiero, ucciso il 7 luglio 2017.
Guarente, in un estremo tentativo di farsi ridurre la pena, si era rivolto ai giudici chiedendo di nuovo scusa alla famiglia di Ruggiero e dicendosi pentito di ciò che aveva fatto. Il suo legale, Dario Cuomo, nel corso dell’arringa difensiva, aveva chiesto ai giudici di rideterminare la pena, almeno per evitare al suo assistito l’isolamento diurno. La Procura generale aveva invece chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado dal gup di Napoli Nord Fabrizio Finamore.
La Corte non ha avuto dubbi, anche perché Guarente è reo-confesso anche se collaborò alle indagini indicando il complice che gli aveva dato la pistola, una calibro 7,65, usata per il delitto, Francesco De Turris, arrestato e condannato all’ergastolo in un diverso processo.
Il delitto, come noto, si consumò la sera del 7 luglio 2017. Guarente si presentò ad Aversa, a casa dell’amico Vincenzo Ruggiero, e lo uccise a colpi di pistola. Quindi fece a pezzi il corpo, lo cosparse di acido muriatico e cemento, dopo averlo in uno scantinato all’interno di un parco nella zona di Ponticelli, periferia orientale di Napoli. Movente dell’omicidio la gelosia nutrita dall’omicida per la fidanzata Heven Grimaldi, che in quel periodo conviveva con Ruggiero.
Maria Esposito, madre di Vincenzo Ruggiero, raggiunta telefonicamente dalla redazione di Gaynews ha dichiarato: «Stamattina in aula il mostro, perché io così lo chiamo, ha chiesto scusa per l’omicidio commesso e ha detto che tutte le notti ha gli incubi per quanto ha commesso e secondo me così deve essere fin quando vivrà. Mi dispiace per la sua famiglia, perché ovviamente i familiari del mostro non hanno alcuna colpa.
Ma io sono soddisfatta della conferma dell’ergastolo. Stavolta è stata fatta giustizia. Certamente, adesso ci sarà il ricorso in Cassazione ma sono certa che la sentenza di oggi sarà confermata. Io ringrazio Luca Cerchia che è l’avvocato di Vincenzo che ha pronunciato una bella arringa al pubblico ministero. Il mostro ho visto che sorrideva prima della sentenza e poi se ne è uscito con un volto amareggiato e così sede essere».
La signora Maria ha quindi aggiunto: «A tutte le amiche e a tutti gli amici di Vincenzo vorrei dire di essere più leali l’un l’altro e di vivere la vita al meglio e di far attenzione alle amicizie: li ringrazio per il loro sostegno e per essermi stata vicina prima e dopo l’accaduto».