È nata l’associazione Pop, idee in movimento. A lanciarla il 14 gennaio la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni. A lei abbiamo chiesto di raccontarci di questa nuova realtà, che, oltre alla partecipazione attiva di molte e molti testimoni privilegiati della cultura, politica, della società civile, vede al suo primo esordio una numerosa rappresentanza della cittadinanza romana.
Consigliera Bonafoni, la denominazione Pop richiama subito alla mente un genere musicale. Perché questa scelta?
Mi fa piacere cominciare dal “suono” di Pop, dal suo sforzarsi di essere anche una nuova nota della comunicazione politica. Pop perché vogliamo essere semplici, accessibili, popolari appunto. Capaci di contrapporci ai nuovi populismi con un linguaggio diretto e inclusivo in grado di esercitare una nuova egemonia culturale a partire da ciò che di sano e di bello – ed è tanto – si muove nella società. Pop quindi come la tensione verso una nuova “armonia” delle parti: valori forti, idee chiare, con una dose che consideriamo però fondamentale di curiosità e di disponibilità all’ascolto. Uscire dall’autoreferenzialità di una certa classe dirigente significa anche questo: provare davvero a cantare in coro rinunciando, diciamo così da statuto, ai solisti.
Idee, ragione e sentimento appaiono le fondamenta dell’associazione, eppure nel discorso inaugurale ha detto che ci vuole di più. Perché?
Noi di Pop consideriamo le idee il presupposto del nostro stare insieme: noi soci fondatori e socie fondatrici ci siamo incontrati esattamente su quel terreno, le idee e la nostra voglia di tradurle in pratiche. Poi la ragione, quella che ci spinge a dire che è dall’incontro tra amministratori locali, competenze ed energie sociali che può nascere una nuova proposta di costruzione di una società forte e coesa, capace di rispondere alla paura e al rancore con ricette in grado di trasformare – in meglio – la vita delle persone. Infine il sentimento, certo, perché pensiamo che il campo progressista – a cui apparteniamo con convinzione – debba ripartire scrivendo anche una nuova grammatica dello stare insieme, basata sul rispetto, sulla gentilezza, sull’empatia. Ma appunto tutto questo non basta – e certo Pop non vuole imbarcarsi in una sorta di impresa sentimentale – serve faticare, serve un’organizzazione capace di tenere insieme i pezzi della società frammentata dalla crisi. Da qui l’idea di mette in rete spazi di innovazione sociale presenti in tutta la Regione, da qui la necessità di creare una piattaforma digitale capace anche di condividere idee e progetti, da qui la scuola di formazione di Pop, per ritrovarci intorno a domande e risposte.
Lei ha affermato che primo impegno di Pop è quello di aggregare persone per rimetter in campo una cittadinanza attiva, soprattutto, in difesa della democrazia e dell’antifascismo. Siamo in pericolo?
Ogni giorno c’è un qualche fatto grande o piccolo che rischia di far tornare indietro le lancette dei nostri orologi, fino a fare somigliare il nostro tempo ad anni bui del nostro Paese che pensavamo sconfitti per sempre. C’è una cosa ad esempio che mi ha colpito come una stilettata durante i giorni degli attacchi di odio e violenza contro la senatrice a vita Liliana Segre. È un racconto, minuto, che ha fatto suo figlio ai giornali: “Adesso – ha detto – dovrà annunciare i suoi spostamenti. Fino a ieri invece prendeva il bus da sola, vedeva liberamente i suoi nipoti che sono tanto orgogliosi e ammirati da questa nonna così attiva”. Ecco, quest’odio, questa violenza, un certo fascismo che rialza la testa incoraggiato anche da alcuni politici di primo piano, rischia di modificare il nostro modo di stare insieme, la bassa frequenza della nostra democrazia e convivenza. Pop farà argine a tutto questo con tutte le sue forze. Mettendo in campo, contro il rancore, la forza dell’esperienza: vivere nel rispetto si può, e rende tutti più forti.
Come si inserisce l’associazione nel quadro delle politiche pubbliche e sociali che vogliono contrastare la cultura dell’odio sempre più presente nel Paese?
Pop è convinta che una buona dose di quella cultura dell’odio che pare ormai sommergerci possa essere prima calmierata, e poi sconfitta, con una seria lotta contro le disuguaglianze. Tra chi ha fondato Pop c’è chi si ingegna tutti i giorni per dare risposte alla domanda di welfare, alle nuove povertà, ai giovani che chiedono futuro, alla sfida ecologista (non più rinviabile), alla sete di diritti, al bisogno di lavoro. La nostra sfida è mettere in rete tutti questi sforzi fino a portarli a sistema, promuovendoli dal particolare al generale. Questo sarà il nostro contributo per svuotare il catino del rancore da cui pescano i sovranisti.
Roma è una città grande e come tale con molti problemi. Che relazione ci sarà con Pop?
La relazione tra Pop e Roma sarà, questa sì, quella di una relazione sentimentale. Tutte e tutti noi abbiamo a cuore il destino di questa città, tutte e tutti noi conosciamo e frequentiamo tutto ciò che di buono resiste ed esiste nella pancia della nostra città. Il punto è farlo emergere, metterlo al centro di un futuro possibile, di riscatto e di rinascita della Capitale. Per dirla con una battuta, già vediamo affacciarsi alcune interviste a uomini e donne che si dicono “a disposizione” per eventuali candidature. Ecco, Pop farà altro. Si mette sin da subito a disposizione di un lavoro collettivo da portare al tavolo delle migliori idee per Roma. Occorre ricostruire il senso di questa storia, prima di inseguire un consenso che, se preconfezionato, rischia comunque di non arrivare. O di essere clamorosamente insufficiente all’impresa.
Nel Lazio è stato avviato il percorso per l’approvazione della legge regionale contro l’omotransfobia. Quale sarà l’impegno di Pop?
Pop ha scritto nel suo statuto la lotta contro le disuguaglianze e per una vita felice. Saremo al fianco dei movimenti Lgbtqi+ che chiedono da tempo una legge contro l’omotransfobia. D’altra parte in Regione Lazio siamo a un passo dal risultato: si è costituita la sottocommissione per arrivare a un testo unico che metta insieme le tre proposte di legge della maggioranza con quella presentata dal Movimento Cinque Stelle. È anche un obiettivo della giunta, quello di arrivare a breve al voto finale sulla norma. Non è più rinviabile schierarci nel modo più forte che abbiamo a disposizione, legiferando, contro la violenza e la discriminazione contro gay, lesbiche e trans.
In conclusione, quali saranno le prime azioni che metterete in campo a livello generale?
Intanto Pop come sua prima azione dopo la serata di lancio si ritrova in un quartiere della periferia est di Roma a parlare di scuola e di formazione, perché crediamo davvero che sia sulle nuove generazioni che bisogna investire forza, impegno e discontinuità. Poi partiremo con gli appuntamenti della formazione, quindi con le iniziative territoriali e tematiche. Già dalla sera del lancio di Pop siamo sommersi dalle proposte e dalle idee, c’è un grandissimo interesse intorno a questo progetto collettivo: avevamo percepito che nell’aria c’era una domanda di partecipazione vera, e avevamo ragione. Ora è il tempo di camminare insieme.