Sport vs homophobia: a must – win game. Questo il titolo dell’iniziativa svoltasi ieri a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, su iniziativa dell’europarlamentare Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle, e dei colleghi Tomasz Frankowski (Ppe) e Marc Tarabella (Alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici).
Presente all’evento anche una delegazione di EGLSF, la European Gay and Lesbian Sport Federation, con il Segretario Generale Sarah Townsend. «Nel mondo della politica i primi tabù iniziano a cadere: è emblematico e sinonimo di apertura il grande consenso ottenuto in Iowa alle primarie del Partito Democratico da Pete Buttigieg, 38enne gay dichiarato e sposato da due anni – ha detto Beghin -. Auspichiamo che anche il mondo dello sport possa recitare un ruolo da protagonista nella battaglia contro l’omofobia».
Tra gli ospiti anche l’attore e scrittore Fabio Canino che ha presentato il suo romanzo Le parole che mancano al cuore, un viaggio nelle ipocrisie del mondo del calcio. «Di esempi concreti di omofobia ne potrei fare centomila – ha precisato il conduttore radiofonico -. Purtroppo dagli spalti delle partite di calcio, quando si vuole offendere qualcuno, lo si offende o per il colore della pelle o per gli orientamenti sessuali, e ciò è diventato quasi un classico».
Forte l’appello anche lanciato da Chiara Marchitelli, calciatrice di serie A, durante i lavori: «Per quello che riguarda lo sport, non conta quali sono le preferenze sessuali degli atleti ma quello che gli atleti fanno in campo».
Ha particolarmente colpito il videomessaggio del giocatore svedese della Sampdoria Albin Ekdal, trasmesso durante l’iniziativa. «Come giocatore professionista – ha dichiarato il centrocampista della Samp – ritengo essenziale contribuire a sensibilizzare il pubblico europeo sul tema della omofobia. In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio a dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio, ma purtroppo la realtà è molto diversa. Nel nostro sport solo otto giocatori si sono ufficialmente dichiarati omosessuali, ma molti altri vorrebbero farlo, ma non si sentono liberi di farlo, per paura delle reazioni negative».
Nel suo video-denuncia Ekdal ha spiegato che «questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti» e dunque «si sentono obbligati a nascondersi, fuggire e vivere nella paura».
L’evento al Parlamento europeo è venuto a coincidere con gli inizi del Football v Homophobia month of action, iniziativa promossa da PrideSport UK che ha origine dalla Justin Campaign del 2010 in memoria del calciatore britannico Justin Fashanu, morto suicida a seguito del suo coming out.
Le iniziative italiane collegate al Football v Homophobia month of action, che quest’anno coopera con la rete Fare network, si svolgeranno il 16 febbraio a Padova, con l’associazione A.S.D. Quadrato Meticcio, e a Roma, dove la neocostituita Lupi Roma Outsport (ispirata all’omonimo progetto), coinvolgerà il prossimo 18 febbraio la squadra dei rifugiati Liberi Nantes in un torneo amichevole all’insegna dalla lotta al razzismo e all’omofobia.