Approvata definitivamente il 3 dicembre 2018 ma mai entrata in vigore, la legge contro le discriminazioni e l’incitamento all’odio per orientamento sessuale sarà, domenica 9 febbraio, oggetto di uno dei due quesiti referendari in Svizzera. L’altro verterà sulla costruzione di un maggior numero di alloggi ad affitti moderati.
Il referendum sulla normativa anti-omofobia è stato indetto dopo che, nell’aprile 2019, l’Union démocratique du centre, partito nazionalista di destra d’ispirazione cristiana, aveva raccolto 70.000 firme, ossia ben più delle 50.000 necessarie per la votazione.
«Confido che il popolo svizzero non si lascerà censurare». Così Marc Früh, componente dell’Udc, in riferimento alla normativa che estende gli effetti dell’articolo 261 bis del Codice penale, noto come “norma antirazzista”, agli insulti e all’incitamento all’odio verso le persone omosessuali punibili fino a un massimo di tre anni di carcere in una con sanzione pecuniaria. Ma per poter essere perseguiti tali atti dovranno avvenire in pubblico, essere manifestamente intenzionali e lesivi della dignità umana.
Per fugare ogni relativo timore anche a fronte della massiccia campagna cartellonistica dell’Udc, che ha fatto affiggere in tutti i cantoni manifesti raffiguranti una donna bionda con nastro adesivo a x sulle labbra, il Governo ha ribadito come «la libertà di espressione non ne risulti violata. Sono puniti unicamente l’incitamento all’odio, la discriminazione e l’umiliazione di persone o gruppi di persone in forma pubblica».
In videomessaggio all’elettorato il ministro responsabile del Dipartimento federale dell’Interno, Alain Berset, ha dichiarato che le stesse battute sulle persone omosessuali saranno sempre possibili «purché rispettose della dignità umana».
Nonostante gli impegni profusi dall’Udc, il 65% dell’elettorato elvetico, stando ai sondaggi, è favorevole alla normativa anti-discriminatoria per orientamento sessuale.
Caroline Dayer, esperta nella prevenzione della violenza e della discriminazione, ha affermato come gli attacchi alle persone omosessuali, già comuni, siano ultimamente aumentati. In Svizzera due terzi delle donne lesbiche e l’80% degli uomini gay sono presi di mira nel corso della propria esistenza.
Qualunque sarà l’esito del voto referendario, la legge resta deficitaria per il mancato riferimento alla transfobia nel testo normativo. Per iniziativa dei deputati del Consiglio degli Stati l’Assemblea federale ha rifiutato di estendere l’articolo 261 bis alle discriminazioni basate sull’identità di genere, ritenendo «troppo vaga la nozione a quella sottesa».