L’8 febbraio, giorno della finale di Sanremo, aveva postato su Facebook la sua personale classifica, assegnando il 1° posto a Piero Pelù, il 2° ad Achille Lauro, il 3° a Levante. Non senza aggiudicare il suo «premio speciale Miss Keta a regina di stile e di sana – quanto necessaria – trasgressione».
Per questo motivo la senatrice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, ha incassato sui social apprezzamenti ma anche molte critiche, reazioni deluse e frecciatine da chi ha rilevato come sarebbe a questo punto adattissima a essere «prossima madrina del Gay Pride».
Bernini ha comunque sin da subito spiazzato tutte e tutti quando a un commentatore scandalizzato, che le chiedeva: «Ti sembra educativo uno che si presenta con quella tutina dove si vede tutto il pacco. Tra l’altro in prima serata dove la tv la guardano anche i bambini?», ha risposto con un perentorio sì. Replica che ha incassato 935 like.
E su quel botta e risposta è ritornata oggi la senatrice forzista, che nel 2016 votò l’originario ddl Cirinnà comprensivo di stepchild adoption e si disse poi favorevole al matrimonio egualitario, con un lungo post che inizia appunto con le parole:
«Ti sembra educativo Achille Lauro?! Sì!
Cari amici, ha destato un clamore francamente incomprensibile il mio “endorsement” per il cantante Achille Lauro. Chi mi segue sa bene quanto sia insofferente al politicamente corretto, al pensiero unico e alla mediocrità. Questo artista può piacere o meno e sono la prima a condannare con fermezza alcune sue affermazioni di alcuni anni fa, francamente fuori luogo. Io, infatti, sono e sarò sempre dalla parte delle forze dell’ordine senza sé e senza ma!
Chi si professa liberale, però, non può che apprezzare la sua libertà, la sua voglia di comunicare, la sua voglia di fare arte e di risvegliare le coscienze.
Aspetto ancora più importante per me è plaudire al grande lavoro che, chiaramente, vi è dietro a questa esperienza sanremese. Lo studio dei personaggi da interpretare, i costumi, gli arrangiamenti, la comunicazione social e quant’altro abbia contribuito a rendere oggettivamente d’impatto le esibizioni del cantante romano, sono frutto di un mix di competenza, creatività e impegno.
Dunque talento, studio, duro lavoro, coraggio, insomma il merito! Tutti valori in cui credo, tutte qualità che non solo sono da apprezzare ma che necessariamente devono essere trasmesse alle nuove generazioni. Quindi “me ne frego” della tutina glitterata, tra il merito e il bigottismo della nostra società io so chiaramente da che parte stare! Viva Achille Lauro, viva l’arte, viva la libertà!».