L’ho conosciuto nel 2014 in una sauna. Sì, proprio così, uno di quei luoghi di incontro delle persone omosessuali spesso visti con diffidenza (e tanta ipocrisia) anche all’interno della comunità Lgbti. Ricordo l’acume, l’ironia pungente e dissacratoria, il suo essere diretto ed esplicito sapendo, al tempo stesso, mettere chiunque a suo agio.
Gaetano aveva partecipato alla nascita del FUORI! negli anni ’70 ed è stato tra quanti hanno preso insulti e rischiato i linciaggi per costruire quello che oggi tante persone Lgbti hanno. Gaetano, senza girarci molto intorno, era di destra. Ma non di una destra perbenista: non rappresentava, cioè, quella parte del movimento per cui il Pride è sbagliato. Era un fiero sostenitore, con tutti i suoi limiti e pregiudizi (ma chi non li ha), della liberazione sessuale.
E per quanto con certe sue posizioni non si potesse proprio andare d’accordo, ti portava sempre ad argomentare e a discutere. Gaetano era in grado di lasciarti qualcosa, anche se non l’avresti mai pensata come lui.
Fierezza e orgoglio sono la principale lezione di Gaetano. Mai dimenticarsi che i diritti che abbiamo acquisito oggi, e quelli che dobbiamo ancora acquisire, sono e saranno figli di una rivoluzione trasversale dei costumi e del modo di intendere la sessualità e le relazioni. Un rivoluzione ancora da proseguire, certamente in forme nuove, ma che può solo trarre forza dagli esempi del passato.
Nel 2017, a seguito dello scandalo Unar-Iene, le cui accuse di sfruttamento della prostituzione e uso improprio di denaro pubblico nei confronti dei circoli si dissolsero negli anni seguenti tra le varie vittorie per diffamazione e violazione della privacy, Gaetano aveva dichiarato:
«Sono passati 45 anni dal giorno in cui scoprì, anzi ebbi conferma che l’amore fra 2 uomini, il sesso fra 2 uomini è naturale ed è sporco solo se lo si vuole vedere tale . Si è lottato per questo, perché le cose cambiassero ,perché splendesse il sole su quanto si accettava, purchè restasse clandestino. Ma se oggi basta il servizio in tv per far tornare molti gay nel buio e nella clandestinità con amarezza noto che il messaggio inviato 45 anni fa non è caduto su un terreno fertile, pronto a dare ottimi frutti, ma è caduto sull’asfalto e non è germogliato».
Arco, l’associazione della quale era membro dell’Ufficio di presidenza, lo ha ricordato con le parole del presidente Roberto Dartenuc: «Militante storico, Gaetano è stato tra i primi che hanno costruito il movimento omosessuale a Catania, di cui conservava una memoria senza pari. All’interno dell’associazione, è stato sempre in prima linea, portando la nostra bandiera con orgoglio ai Pride e alle manifestazioni in cui ha partecipato. A dispetto dei suoi 70 anni, Gaetano se ne è andato lasciando progetti e attività in fieri, conservando fino all’ultimo visione, voglia di fare e slancio verso il futuro.
A Gaetano si deve anche la diffusione in territorio etneo della cultura del cruising ispirata ai club delle grandi capitali europee. Esprimiamo quindi particolare agli amici del Codice Rosso, il circolo Arco che Gaetano presiedeva».
Al cordoglio ha partecipato anche Arcigay Catania, che «ricorda con affetto Gaetano La Ferrera militante e memoria storica del movimento etneo, sempre presente a tutti i nostri Pride, apprezzabilmente irriverente protagonista di tante battaglie. Siamo vicini agli amici del Codice Rosso del quale è stato l’anima e alla Associazione Arco della quale è stato dirigente».