Aggredito con insulti omofobi e poi colpito diverse volte al viso da un gruppo di sei-sette persone alla discoteca Nrg di Cesenatico, dov’era in corso la serata friendly Tunga. È quanto successo la sera del 1° febbraio a Diego (nome di fantasia), 29enne romagnolo, che è stato subito soccorso da una ragazza, che l’ha allontanato conducendolo in un bagno del locale.
A seguito di una telefonata fatta dalla vittima, sono giunte sul posto le forze dell’ordine e personale del 118, che hanno condotto Diego all’ospedale di Cesena. Qui gli è stata riscontrata una frattura del setto nasale, per la quale si è dovuto sottoporre a intervento chirurgico.
La denuncia è stata depositata il 12 febbraio alla Procura di Forlì da Diego e dall’avvocato Christian Guidi, che, domani, offriranno ulteriori dettagli dell’aggressione nel corso della conferenza stampa presso la Sala del Buonarrivo (Corso D’Augusto, 231) a Rimini.
Con loro saranno presenti Giulia Corazzi, consigliera delegata alle Pari opportunità e alle Politiche di genere della provincia di Rimini, e Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini “Alan Turing”, che ha dichiarato a Gaynews: «Quello di Diego è solo l’ultimo caso di una serie di aggressioni omotransfobiche in riviera romagnola in meno di un anno, una tragica escalation di violenza che va interrotta perché macchia una terra che è sempre stata all’insegna del rispetto e dell’accoglienza. Quanto sangue ancora dovrà essere versato perché ci si renda conto di questa emergenza e si approvi una legge penale nazionale che permetta il contrasto e la prevenzione di questi fatti?».
Elemento, quest’ultimo, che è stato affrontato anche dal deputato Alessandro Zan (Pd), relatore della legge contro l’omotransfobia alla Camera, che in una nota ha affermato: «A Cesenatico un ragazzo è stato brutalmente aggredito da un gruppo in un locale notturno in quanto omosessuale. Si tratta di una delle più gravi aggressioni omofobe degli ultimi mesi. L’accaduto risale a dieci giorni fa e solo ieri la vittima ha deciso di sporgere denuncia. Piena fiducia nelle forze dell’ordine che sapranno individuare gli aggressori. Ma ancora una volta la vittima di una aggressione omofoba non potrà denunciare l’episodio per ciò che è, ovvero un crimine consumato per l’orientamento sessuale del ragazzo.
L’Italia è rimasto l’ultimo dei grandi Paesi europei e occidentali a non avere una normativa di contrasto contro l’odio omotransfobico, un ritardo gravissimo. Chi si oppone alla proposta di legge contro l’omotransfobia, si oppone anche all’equità di una giustizia che punisce i reati per ciò che realmente sono. Come maggioranza siamo pronti ad approvare la legge al più presto: ieri ho avuto un colloquio con il presidente Fico, il quale ha convenuto sulla necessità di calendarizzare in Aula il prima possibile la legge. Questa decisione verrà presa alla prossima conferenza dei gruppi parlamentari prevista per fine febbraio».