È uscito in questi giorni per Dwf donnawomanfemme, la storica rivista femminista fondata da Annarita Buttafuoco, un supplemento di narrazioni che aprono una finestra imprevista – almeno per molti e molte di noi – su un mondo arabo troppo spesso schiacciato sulla sola visione repressiva, in particolare nell’ambito delle esistenze e delle sessualità femminili.
Waqfet Banat. Storie di donne lesbiche palestinesi è la traduzione italiana della seconda pubblicazione di Aswat – Palestinian Feminist Center for Gender and Sexual Freedom e raccoglie narrazioni di palestinesi lesbiche, bisessuali, queer, transgender, intersex: il suo titolo è traducibile in “le donne prendono una posizione” o anche “le donne si alzano”.
A questo alzarsi e prendere posizione fanno pensare le parole forti dell’Introduzione: «Waqfet Banat mostra le tensioni esistenti tra amore, orgoglio, norme sociali, religione, identità sessuali e politiche, e la società. Si tratta di una pubblicazione unica, poiché racchiude le narrazioni personali di chi scrive. Per ogni copia letta, ci sarà una persona in meno che si sentirà sola. […] Ci sosteniamo a vicenda, e sosteniamo tutte coloro che sono intorno a noi. E diciamo: “Sì, sono differente” e “Sì, ne sono fiera”. Andremo avanti in questo viaggio che abbiamo scelto di vivere ed esplorare».
Viaggio che porta a nuove e difficili libertà, ed è mirabilmente fissato con le parole di Yara Karis nel suo racconto trans: «Oggi non sento più di essere solo una X nella società, sento di essere libera e di aver trovato il mio posto».