Da qualche mese è stato pubblicato per Fandango/Playground Ti dirò un segreto, il nuovo romanzo di Davide Martini. Di origini sannite, il giovane scrittore vive e lavora a Madrid. Nel 2007 aveva suscitato grande interesse con il suo romanzo d’esordio 49 gol spettacolari che è stato tradotto anche in spagnolo.
Nel nuovo romanzo Ti dirò un segreto ritroviamo Lorenzo e Riccardo, i protagonisti di 49 gol spettacolari dieci anni dopo, alla resa dei conti con le loro insicurezze, la loro urgenza di fare esperienza e la loro necessità di rimettere in discussione il rapporto d’amore e le modalità vivere il desiderio.
Agli occhi di tutti, quella costituita da Lorenzo e Riccardo, è una coppia di successo, un esempio da imitare, ma in realtà si tratta di una relazione in crisi, minata dal dubbio di non avere costruito nulla di diverso dai matrimoni, tanto criticati, dei propri genitori.
Un romanzo divertente e commovente sul senso dello stare in coppia oggi, in particolare quando a essere coinvolti sono due giovani uomini. Abbiamo incontrato Davide Martini davanti a una birra fredda, all’esterno del Kings Bear, il locale gay in cui si è tenuta la presentazione napoletana del libro.
Madrid è molto presente nel tuo romanzo. Cosa rappresenta per te, autore beneventano, Madrid e la Spagna?
Per me Madrid ha rappresentato e rappresenta la libertà oltre che uno scatto di orgoglio. In Italia per specializzarmi mi si chiedevano raccomandazione e spintarelle. In Spagna ho potuto dimostratre quello che valevo in un concorso pubblico e senza compromessi. E poi volevo capire come si vivesse da gay liberi, cosa si provasse a camminare per strada mano nella mano col tuo compagno senza la paura di certe occhiate o di essere insultati.
In un’altra intervista hai detto che Madrid è entrata già in un’era post-omosessuale. Cosa volevi dire esattamente? L’Italia, invece, è davvero ancora nel medioevo, come afferma uno dei personaggi del tuo libro?
Il termine post-omosessuale è stato coniato per la prima volta nell’ambito letterario, riferendosi all’idea che in alcuni romanzi, pur essendoci personaggi omosessuali, il nucleo drammatico non ruotasse intorno alla loro omosessualità. In questo senso vivo in un Paese dove l’orientamento sessuale non interessa realemente più a nessuno: né nell’ambito lavorativo né personale. E l’Italia va lenta su questi temi, ormai superata anche da Malta. L’Italia, l’ho sempre detto, è un Paese intrinsecamente di destra.
Ti dirò un segreto è anche un romanzo che indaga il rapporto di relazione tra desiderio e menzogne. Abbiamo davvero bisogno, come suggerisce la storia che narri, di ammantare i nostri desideri più intimi di bugie che ne giustifichino l’esistenza?
Non credo che ne abbiamo bisogno. Credo piuttosto che ce lo abbiano imposto. Ci hanno obbligato a credere che il desiderio è accettabile solo quando è travestito da altro: l’amore, l’ambizione, l’altruismo. E quanto piú mentiamo a noi stessi e agli altri, tanto piú distruttivo diventa il desiderio.
La coppia protagonista del tuo romanzo, Lorenzo e Riccardo, dopo tanti anni di vita insieme, sperimentano una crisi fatale per il loro rapporto. Credi davvero che non esistano coppie che resistano al tempo? O è un fatto solo delle coppie gay?
Credo che l’amore è come un’energia che si trasforma col tempo: passa da uno stato all’altro. Oggi c’è passione, domani desiderio, affinitá e forse ancora passione. In questo senso l’amore è realmente eterno: se ho amato qualcuno in qualche modo, non smetteró mai di amarlo. La domanda credo che sia, per tutti, gay ed etero, non se l’amore sia unico, eterno e indistruttibile (termini piú adatti a una divinità che a un sentimento) quanto piuttosto: quanto sacrifichiamo di noi stessi e delle nostre relazioni all’altare di questo ideale ?
All’interno della storia c’è anche un trinomio, cioè una “coppia” formata da tre persone. Cosa ne pensi del poliamore?
Il poliamore è molto di moda recentemente. Per me è stato un punto di arrivo: non sono geloso, non lo sono mai stato e fino a un certo punto me ne sono fatto una colpa. Poi ho conosciuto altri poliamorosi e ho scoperto che mi sentivo a mio agio. Non riesco a pensare alle persone come fossero oggetti secondo una concezione capitalistica degli affetti. Come dico sempre: il tuo fidanzat@ non è una matita o una mecchina. Se lo usa un’altro non si consuma, né si rompe. Però anche il poliamore hai i suoi tranelli e davvero poche persone hanno la capacità di affrontare le proprie insicurezze personali. Oltre agli ovvi problemi di organizzazione.
Ti dirò un segreto è anche un libro che parla della ricerca della felicità che riguarda ciascuno di noi. Cos’è per Davide Martini la felicità?
La felicitá non uno stato. Ma è un’ideale a cui tendere nei propri atti quotidiani. La felicitá esiste sempre nel futuro o nel passato, mai nel presente. La coscienza della felicitá ne annulla l’esistenza, secondo me. Adesso, per esempio, mi farebbero felice una casetta in riva al mare e tutto il tempo del mondo per leggere e scrivere. Probabilmente, se per magia mi fosse concesso, non ne sarei soddisfatto.
Davide, per concludere, qual è il segreto che hai avuto più difficoltà a dire a qualcuno o a te stesso?
Che l’amore non mi avrebbe salvato. Che ci sarei dovuto riuscire da solo.