Sabato 29 luglio si è spento a Brescia Tony Patrioli, il fotografo italiano per antonomasia dei nudi maschili. Nato a Minerbio (Bs) il 9 giugno 1941, il maestro dello scatto softcore e del nudo artistico s’indirizzò subito al mondo omosessuale, dichiarandosi esplicitamente tale negli anni ’70 del secolo scorso sulla rivista Homo. A poche ore dal rito funebre, che si terrà alle 15.00 di oggi nel tempio crematorio bresciano di Sant’Eufemia, Gaynews ha raccolto la testimonianza di Felix Cossolo, figura di riferimento del movimento Lgbti italiano, ideatore della libreria Babele e già direttore di riviste storiche come Lamba e Babilonia.
Ho visto per l’ultima volta Tony Patrioli più di un mese fa. Ivan Teobaldelli (già condirettore di Babilonia e amico da lunga data con il fotografo) mi aveva chiesto di accompagnarlo a Brescia: sapevamo che Tony stava molto male e soffriva tanto. Volevamo perciò salutarlo per l’ultima volta.
Dopo il suo trasferimento da Milano, dove aveva avuto lo sfratto, Tony era ritornato a vivere a casa sua a Brescia con suo fratello. Un rapporto problematico d’incompatibilità reciproca, ma non aveva alternative. Tony era ormai solo. Aveva pochi amici e una difficile situazione economica. Viveva dalla sua pensione: recentemente aveva chiesto all’Inps l’integrazione per l’accompagnamento. Ormai non era più autonomo nei movimenti. Per fortuna un suo vecchio amico bresciano, Ivano, lo sosteneva e accudiva nell’ultimo periodo.
Ci siamo ritrovati a Brescia una domenica di giugno. Tony non voleva assolutamente incontrarci a casa sua e del fratello: per lui era una vera prigione. Ha preferito, perciò, fare uno sforzo sovrumano e scendere le scale per raggiungerci al posteggio auto in strada. È arrivato molto dimagrito, sofferente, con le stampelle. Abbiamo allora deciso di dirigerci a casa di Ivano che abita a pochi passi. Faceva fatica. Quel centinaio di metri per spostarci sono stati un’eternità. Ivano lo sosteneva e finalmente siamo giunti a destinazione. Abbiamo iniziato a conversare.
Tony per fortuna era ancora molto lucido. Ci ha parlato del progetto di un nuovo libro con la casa editrice tedesca Bruno Gmunder: se ne stava occupando Giovanni Dall’Orto, ma dopo anni il volume non vede ancora la pubblicazione e lui era un po’ demoralizzato per questo. Abbiamo parlato delle nostre avventure ma anche delle aggressioni subite. Io e Tony una volta l’abbiamo vista brutta al canale Villoresi, dove fummo aggrediti da una banda di teppistelli. Io ebbi la fratture di alcune costole. Lui rischiò anche il furto della sua preziosa macchina fotografica, ma per fortuna con ostinazione riuscì a recuperarla.
Abbiamo parlato dei nostri viaggi e dei nostri amori. Lui era contentissimo per l’approvazione recente della legge sulle unioni vicili, avrebbe voluto sposarsi e aveva anche un suo fan che era disposto a unirsi civilmente con lui. Aveva fotografato il mio più grande amore, Nichi.
Durante l’ultimo periodo Bruno, un suo modello torinese che aveva immortalato 30 anni prima, lo aveva cercato ed era riuscito a contattarlo. Tony era entusiasta per questo incontro e avevano iniziato a frequentarsi (Bruno aveva 17 anni quando si erano conosciuti, ma poi si erano persi di vista). Era la sua storia più importante e ora Bruno, pur essendo sposato e con figli, aveva deciso di stargli vicino visto che Tony era gravemente malato. Purtroppo anche questa storia era finita male. Tony si era sentito usato perchè Bruno chiedeva costantemente soldi: aveva quindi intuito che la disponibilità mostrata da Bruno era semplicemente calcolata per interessi economici. Questo aveva demoralizzato ancora di più Tony.
Al termine dell’incontro io e Ivan Teobaldelli abbiamo salutato con calore Tony. Ci siamo riproposti di rivederlo al più presto ma eravamo a conoscenza delle diagnosi mediche: a Tony non sarebbero restati che pochi giorni di vita. L’ultimo mese era stato trasferito da casa in una clinica per malati terminali ma, sedato, non ha resistito ancora per molto. Ci ha lasciati. Restano le sue foto eccezionali e la nostra voglia di ricordarlo con una grande esposizione dei suoi lavori. Speriamo quanto prima. Intanto vogliamo solo dirti: Tony non ti dimenticheremo mai.