20mila persone. Sette carri, di cui tre della lunghezza di 15 metri. Questo in numeri il Rimini Summer Pride 2017. Ad aprire la coloratissima marcia dell’orgoglio Lgbti, partita alle 19.30 da piazzale Croce, lo striscione Summer of Love. Summer of Pride con la presenza di Franco Grillini, leader storico del movimento Lgbti italiano e direttore della nostra testata. Per saperne di più, Gaynews ha raggiunto Marco Tonti, presidente del comitato Arcigay Rimini e anima del coordinamento organizzativo.
Pier Vittorio Tondelli scriveva nel 1985 un romanzo intitolato Rimini. Col Pride la città romagnola cosa ha portato con sé sul piano dei diritti?
Rimini ha portato con sé sul piano dei diritti un’idea nuova di lottare per i diritti. Un’idea che è fatta d’una lotta sorridente, allegra e d’intensa leggerezza. Perché per noi queste lotte devono essere fatte col sorriso sulle labbra, col sorriso di chi è consapevole che la battaglia è gia vinta. Forse non oggi né domani. Ma ci arriveremo. Abbiamo già fatto tanta strada. Questo è il motivo per cui ci siamo ispirati all’evento che nel ’67 è avvenuto a San Francisco: la Summer of love, che ha crearo lo spirito di festa, amore, fratellanza universale. Quello spirito che ha poi animato le battaglie che hanno cambiato il mondo nel ’68 e nel ‘69.
Qual è stato il rapporto con le istituzioni nell’organizzazione del Pride?
Il rapporto con le istituzioni è molto solido fin dallo scorso anno. L’amministrazione ha collaborato attivamente, mettendoci la faccia senza esitazione in ogni momento e in ogni passaggio. Bisogna aggiungere che quest’anno siamo riusciti a coinvolgere tutte o quasi tutte le istituzioni della Riviera romagnola perché abbiamo chiesto il patrocinio a tutti i Comuni della costa da Cattolica fino a Ravenna. Ce l’hanno concesso tutti tranne Riccione, Bellaria e Gatteo. A questi patrocini richiesti si sono aggiunti quelli spontanei di Sant’Arcangelo, Gradara (che è nelle Marche), Verucchio nonché della Commissione Pari Opportunità della Repubblica di San Marino. Quindi un po’ tra il serio e il faceto posssiamo dire che quello di quest’anno è stato un Summer Pride International.
Tocchiamo infine il discorso delle processioni riparatrici. Bisognava chiedere perdono a Dio del Gay Pride? Qual è insomma il peccato più grande che è stato commesso?
Il peccato più grande che è stato commesso? Difficile da dirsi. Ogni anno Rimini accoglie 15.000.000 di persone che vengono qui per peccare. Quindi non si capisce perché se la siano dovuta prendere con noi e riparare proprio i nostri peccati quando non vengono organizate processioni riparatrici per tutti gli altri peccati a partire da quelli della Chiesa. Tra l’altro quella riparatrice è stata una manifestazione fintamente religiosa con persone travestite da preti e sconfessate anche dal vescovo.
Insomma se noi ci travestiamo, si grida allo scandalo e si scagliano anatemi. Se si travestono loro, però tutto bene. La cosa più divertente è che nei comunicati del comitato organizzatore intitolato alla Beata Scopelli – anche se avrebbe dovuto scegliere un patrono più consono al loro stile conunicativo come Sangiovese visto che quando scrivono sembrano ubriachi – non è stato neanche citato un versetto biblico ma sono comparse solo Madonne piangenti, Cristi sanguinanti, turiboli tintinnanti insieme ad ampi stralci de Il Signore degli anelli. Una vera farsa che è servita a nascondere movimenti eversivi di estrema destra.
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