L’omicidio di Vincenzo Ruggiero, oltre ad aver gettato l’intera comunità in uno stato di prostrazione evidente, ha anche sollevato alcune criticità mediatiche, lasciando tutte e tutti con un grande desiderio di chiarezza e verità. Ecco perché Gaynews ha pensato di chiedere una riflessione sul drammatico caso a uno dei più amati autori italiani di romanzi noir: Maurizio De Giovanni.
Incontriamo lo scrittore all’imbarco dell’aliscafo per Sorrento, dove presenterà il suo nuovo romanzo Rondini d’Inverno. Sipario per il commissario Ricciardi (Einaudi, Torino 2017).
Maurizio, cosa ne pensi del modo in cui molti giornali hanno titolato il tragico omicidio di Vincenzo?
Sia nei titoli dei giornali sia nei commenti dei giornalisti televisivi ho colto un’esasperata intenzione di mettere in evidenza l’orientamento sessuale delle persone coinvolte nell’assassinio. Come se esistesse una natura “gay” del crimine che era stato compiuto. Come se l’orientamento sessuale e affettivo delle persone coinvolte spiegasse il perché di un crimine così atroce. Questo accade perché spesso i giornalisti sembrano essere mossi da una sorta di voyeurismo morboso e scrivono titoli inaccettabili. La fine di Vincenzo mi sembra essersi consumata in un quadro che è probabilmente proprio del crimine passionale, almeno stando alle notizie che sono adesso in nostro possesso. E si è trattato di un delitto efferato. L’orientamento sessuale non c’entra nulla.
Il direttore de Il Mattino Alessandro Barbano, in un editoriale pubblicato ieri in risposta alla lettera aperta della redazione di Gaynews, sostiene che gli stereotipi “scorretti” diffusi da certi titoli sono la ricaduta degli eccessi della comunità Lgbti, quando rivendica diritti in maniera “vistosa” come, ad esempio, durante il Pride. Cosa ne pensi?
Non c’è alcuna relazione tra i titoli voyeuristici e l’aperta rivendicazione di diritti delle persone Lgbti. Titoli come quelli che si sono letti in questi giorni hanno lo scopo di attrarre l’attenzione morbosa del lettore e basta. Non c’è alcuna relazione con la visibilità delle persone gay.
Tornando al delitto di Vincenzo Ruggiero, secondo te si tratta di un delitto passionale o, vista la modalità con cui è stato ucciso, pensi possa trattarsi d’altro?
Al momento gli inquirenti ci dicono che è un omicidio passionale e non abbiamo altri elementi per pensare ad altre motivazioni. Il fatto che il cadavere sia stato sezionato, sciolto nell’acido e murato con il cemento, rimanda a modalità camorristiche ma la modalità è una cosa e il movente è un altro. Se il soggetto criminale ha assunto modalità camorristiche nel modo in cui ha ridotto il corpo del povero 25enne di Parete, ciò non toglie che possa aver agito per motivi passionali. Gli omicidi passionali non sono sempre frutto di raptus, sono anche costruiti e premeditati come questo compiuto da Ciro Guarente.