Rilasciata oggi dagli arresti domiciliari con rimozione del braccialetto elettronico dalla caviglia. Ad annunciarlo su Facebook Yulja Tsvetkova, l’artista femminista e attivista per i diritti delle persone Lgbt+, che era stata condannata in novembre per violazione della legge contro la cosiddetta “propaganda omosessuale”.
I domiciliari sono stati commutati in obbligo di dimora in attesa del processo, che dovrebbe aprirsi a suo carico per “divulgazione di materiale pornografico” a causa di disegni e sculture da lei realizzati e pubblicati sul diffuso social russo col titolo I monologhi della vagina.
«Il caso non è chiuso – ha dichiarato Yulja su Facebook –. Gli investigatori hanno grandi progetti. Ma almeno oggi abbiamo una piccola vittoria».
Esultanza è stata espressa da Nicole Garneau, che ieri a Londra ha organizzato Come Hell or High Water, una passeggiata di solidarietà per Yulja lungo il fiume Tamigi.
Raggiunto telefonicamente da Gaynews, Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione radicale Certi Diritti e senior campaign manager di All Out, che ha dichiarato: «Sono contentissimo per Yulja. Questo è un segnale incoraggiante che mostra come la pressione internazionale possa servire. Ma Yulja rischia ancora sei anni di carcere.
Per questo oggi è più importante che mai unirsi alle oltre 92.000 persone che hanno firmato la petizione del Moscow Community Center, per chiedere di ritirare tutte le accuse contro Yulja e di abrogare la legge contro la cosiddetta “propaganda omosessuale”. Dopo la notizia incoraggiante di oggi, la tua firma può davvero fare la differenza. Aggiungi il tuo nome qui».