Qualche giorno fa, a Napoli, sono stati firmati i contratti di tre strutture che hanno aderito alla manifestazione d’interesse, avviata dall’assessorato alle Pari opportunità e dall’assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, per recuperare alloggi da mettere a disposizione di donne sole o con propri figli minori e delle persone Lgbt+ vittime di violenza domestica.
Il Comune di Napoli, con l’attivazione di questo percorso, ha voluto rispondere alla sollecitazione congiunta delle associazioni Lgbt+ Alfi “Le Maree Napoli”, Antinoo Arcigay Napoli e Atn, che avevano fatto esplicita richiesta di trovare soluzioni transitorie adeguate, in questo momento d’emergenza da Covid-19, per le persone Lgbt+ vittime di violenza. Ovviamente le stesse associazioni hanni da sempre ribadito la necessità di realizzare con urgenza una casa di prima accoglienza per le persone Lgbt+ in grado di dare una risposta concreta e permanente al problema.
Per saperne di più, abbiamo contattato telefonicamente l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Napoli, Francesca Menna.
Assessora Menna, ci illustri sinteticamente quest’importante iniziativa del Comune di Napoli.
Il percorso nasce da una delibera costruita insieme all’Assessora alla Cultura e Turismo De Majo. In questa delibera abbiamo espresso una manifestazione d’interesse per albergatori e strutture extra-alberghiere, quindi B&B o case private, che volessero mettere a disposizioni alloggi per ospitare donne o persone Lgbt+ vittime di violenza domestica. Alloggio e vitto sono a spese del Comune. Al momento, hanno risposto un albergo, un B&B e una casa privata, raccogliendo la disponibilità di 26 posti. Le persone in difficoltà possono contattare il centro antiviolenza o le associazioni per far presente il loro bisogno.
Quali sono, dunque, i numeri da contattare per richiedere di poter fruire di questo servizio?
Il numero del centro anti violenza è 800864781 e poi c’è un numero cellulare attivo h24 393/8841227.
Cosa devono fare le donne e le persone Lgbti+ che volessero accedere al percorso?
Per le persone appartenenti alla comunità Lgbt+, poiché purtroppo non esiste un centro antiviolenza dedicato, dopo la segnalazione, le associazioni si preoccuperanno di far loro compilare una scheda e assisteranno le persone richiedenti per tutto il percorso sia sul piano psicologico che su quello legale e così l’accompagneranno all’alloggio. La Cooperativa Terzo Settore, quella a cui fa riferimento il centro anti violenza, si preoccuperà di seguire le donne vittime di violenza.
Dove sono ubicate le strutture che hanno manifestato la disponibilità all’accoglienza?
Non posso dire dove sono gli alloggi perché chiaramente è una notizia riservata.
Sarà possibile dare accoglienza alle persone Lgbt+ anche terminato il momento d’emergenza?
Per quanto riguarda le persone Lgbt+, una volta messe in sicurezza le persone nel momento dell’emergenza, noi stiamo lavorando per dare accoglienza anche dopo, perché ovviamente, dopo aver messo in salvo le persone, non possiamo riportarle nella famiglia. Per questa ragione stiamo lavorando, insieme alle associazioni che collaborano con l’assessorato, alla possibilità di mettere in piedi una struttura d’accoglienza che già fa riferimento alle Pari opportunità.