Noi RIBelle diamo «voce al rispetto»! S’intitola così il comunicato di adesione alla campagna nazionale Da’ voce al rispetto per l’approvazione della legge contro le violenze e discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere e genere da parte di RIBelleCiao. Le donne, cioè, della minoranza di sinistra Riconquistiamo tutto della Cgil, guidata da Eliana Como.
La sindacalista, che è componente del direttivo della Cgil ed è esperta d’arte secondo l’approccio femminista e di genere, animerà a Bergamo, dal 26 al 28 giugno, la manifestazione di protesta per chiedere verità sulle responsabilità circa i numerosi errori commessi nella gestione della crisi sanitaria da Covid-19. Errori che, come sostiene la stessa Como, «hanno portato nel nostro territorio alla strage di più di 6000 persone».
RIBelleCiao hanno aderito all’appello e alla campagna nazionale Da’ voce al rispetto, partendo dall’assunto che «la legge sull’omotransfobia, rimandata per anni, finalmente arriva in discussione in Parlamento. La bozza prevede sostanzialmente di estendere ai reati già previsti nel codice penale per la discriminazione «razziale, etnica e religiosa» quelli fondati «sul genere e sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Nell’Ue tutti i grandi Paesi si sono adeguati alla raccomandazione del Parlamento Europeo che, nel 2006, chiedeva a gli Stati membri di legiferare su questa materia. L’Italia è rimasta tra i pochi a non averlo fatto».
Nel comunicato si ricorda anche che «la legge, se approvata, garantirebbe una pena specifica per i reati legati a episodi d’odio fondati sull’omofobia e sulla transfobia e, in generale, a tutti gli atti di odio determinati dal genere, quindi anche sessismo e misoginia. Con essa, verrebbero introdotte misure che finalmente riconoscerebbero l’intrecciarsi di diverse forme di disuguaglianza e violenza, fondate su un comune attacco eteropatriarcale. Ovviamente sarebbe soltanto un intervento parziale, perché odio e discriminazioni non si combattono soltanto inasprendo le pene, ma soprattutto garantendo presidi sul territorio e politiche attive, in particolare su scuola, sanità e lavoro, soprattutto per chi si trova in condizioni di maggiore vulnerabilità economica e sociale».
Ma per le donne della minoranza di sinistra della Cgil «sarebbe però un primo passo importante, al quale, non a caso, si oppone ferocemente la destra e il mondo del Family day, con la loro vergognosa cultura patriarcale, retrograda, sessista, omofoba e bigotta. Noi RIBelleCiao sosteniamo questa legge e la campagna #davocealrispetto, anche sapendo che servirà molto altro ancora per vivere in una società più giusta, dove ognuna e ognuno possa sentirsi libera/o di essere ciò che vuole e amare chiunque voglia».