James Furlong (36 anni), Joe Ritchie-Bennett (39 anni) e David Wails (49 anni). Questi i nomi dei tre attivisti gay uccisi a coltellate, il 21 giugno sera, nella città inglese di Reading dal rifugiato libico 25enne Khairi Saadallah. Arrestato dalla polizia dopo aver ferito gravemente anche altri tre passanti e accusato ora di terrorismo, Saadallah è al centro di un’indagine che deve peraltro far luce su molti punti oscuri, incluse le sempre gravi evidenze di turbe psichiche attribuitegli.
Finora la polizia non ha indicato esplicitamente l’odio omofobo come eventuale movente del raid, durante il quale Saadallah avrebbe aggredito dapprima il gruppo di cui facevano parte i tre amici e poi altri passanti a caso.
A rendere nota l’identità delle vittime Martin Cooper, ceo del Reading Pride, in una nota ufficiale. Esprimendo dolore per il triplice omicidio e assicurando sostegno alle famiglie dei tre uomini, Cooper ha dichiarato: «James, Joe e David erano dei veri gentiluomini, miei amici personali e attivi nel gruppo dei Friends of Reading Pride» Ha quindi aggiunto: «L’amore unisce: dobbiamo raccoglierci insieme come una comunità».
Ieri sera è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di James, Joe e David dinanzi al pub Blagrave Arms, centro di ritrovo del Reading Pride, frequentato regolarmente dai tre attivisti. Jamie Wake si è riferito commosso alla loro morte come a «una cosa insensata. Siamo ormai abituati a episodi come questi: li vediamo alla televisione. Questa volta però non possiamo cambiare canale, questa volta è successo sulla porta di casa, è successo a persone che conoscevamo.
La comunità Lgbt e i suoi alleati qui a Reading sono vicini alle famiglie delle vittime e si raccolgono simbolicamente qui, di fronte al Blagrave, un posto che chiamiamo casa e rappresenta un luogo sicuro per tanti membri della nostra comunità».