Nei locali di Bologna e sulle spiagge della riviera adriatica era conosciuta come Lola Star ma ormai per i social è diventata “L’Amica Degenere”. Questo il titolo che la soubrette en travesti più famosa della Romagna ha scelto, in pieno lockdown, per la sua trasmissione live, in pieno stile Barbara D’Urso, che negli ultimi due mesi ha visto sfilare tra gli ospiti nomi noti e meno noti del mondo dello spettacolo, della musica, del costume.
Di fronte a una Lola favolosissima, personaggio creato dall’animatore Francesco “MrCubanito” Gibilaro, 29enne di origini siciliane, sono passati, tra gli altri, il cantautore Gianni Drudi, il deejay Alain Marchetti col quale lo scorso anno Lola ha realizzato il videoclip della hit “Muevete”, il performer trasformista dark-punk Davide Forneris da Londra, lo showman Ciri Ceccarini, autore di brani simbolo nella lotta alle discriminazioni delle persone lgbt come Sono ciò che sono o Non scappo più e stasera, nell’ultima puntata, l’influencer trans ftm Francesco Brodolini, già tra gli ospiti della trasmissione televisiva a tema trans condotta su RaiTre da Sabrina Ferilli.
Sono lontani, insomma, gli anni nei quali Lola intervistata da Le Iene raccontava il suo tentato suicidio dovuto alla depressione di non sentirsi accettata nella sua San Cataldo (Cl). Ora, proprio in quest’anno tanto particolare, prova a darsi alla tv sul web.
«L’idea di realizzare questa trasmissione su Instagram è nata dalla noia degli arresti domiciliari di prevenzione al Covid-19 al quale siamo stati tutti forzatamente sottoposti. Però non dite che imito la D’Urso perché Barbarella riesce a mettere in mostra spesso il volto peggiore e più trash del Paese, io cerco di raccontare un’Italia controcorrente che vive, lavora, si fa raccontare nonostante tutte le difficoltà che incontra chi viaggia in direzione ostinata e contraria».
Tra le attività alle quali Lola, anche in versione maschile come Francesco, si dedica con passione c’è infatti anche la militanza per i diritti lgbt con l’associazione GayLib.
«In occasione della scorsa Giornata contro l’omotransfobia di quest’anno la mia associazione mi ha messo a confronto con due agenti di Polizia di Oscad (Osservatorio per la Sicurezza contro gli atti discriminatori) e mi è venuta dal cuore la necessità di raccontare una cosa che non avevo mai detto a nessuno ma che allora mi fece malissimo. Alla fine della scuola superiore sarei voluto entrare in Polizia. Mi scoraggiarono tutti attorno a me ridendo per le mie movenze femminili. Questa discriminazione ancora accettata e liquidata come ironia deve essere contrastata. Spero che la legge contro l’omotransfobia in discussione nelle aule del Parlamento dia davvero spazio a una forte linea culturale dedicata anche alla prevenzione dei reati d’odio che spesso creano dolore anche prima che questi si consumino effettivamente…».
Lola coglie l’occasione per lanciare anche un altro importante appello in questa estate ancora segnata dalla pandemia.
«Io sono una persona molto pratica e ho messo da parte anche la passione più grande della mia vita, l’animazione, per trasformarmi in un Covid-stewart sulla spiaggia, qualcosa a metà tra un bagnino e un controllore sociale. Però c’è un mondo che non può restare per troppo tempo a lungo e senza voce: quello dello spettacolo dal vivo, della musica che non solo dà da vivere a molte persone ma è pane e linfa per i pensieri, per il progresso sociale, per quella cultura di libertà e inclusione per la quale continueremo a lottare e nemmeno un virus contagioso potrà fermare. Ne va del vero futuro del nostro Paese. E davvero non possiamo né vogliamo permetterci di bruciarlo. Ancora una volta varrà la pena impegnarci tutto insieme per un grande obiettivo comune. Intanto vi aspetto sul mio profilo Instagram e sulla spiaggia di Cesenatico».