A Dibba non era bastato far arrabbiare, il 14 giugno, Beppe Grillo e parte del M5s in occasione della sua rentrée officiale negli studi di Mezz’ora in più. Ieri ha pensato bene di vestire, nel peggiore dei modi, i panni del moralizzatore populista, con un post che ha sollevato reazioni concitate e critiche violente da parte non solo di esponenti pentastellati ma anche di parlamentari di altre forze politiche e, soprattutto, di esponenti del mondo Lgbti+.
«Volete la regolamentazione della produzione e della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano – così Di Battista –. Si tratta di gesti infantili ed altamente controproducenti. Ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride».
Pur senza menzionarlo espressamente, Alessandro Maiorino, vicecapogruppo M5s al Senato, ha ricordato che «il M5s è sempre stato a favore della tutela delle persone Lgbt, infatti sono la prima firmataria del testo di legge contro l’omol-esbo-bit-ransfobia sottoscritto da più di cento parlamentari M5S, e base del testo unico di maggioranza. Andiamo avanti nel rafforzamento dei diritti civili per una società più inclusiva, democratica e moderna».
La senatrice pentastellata ha poi espresso vivo apprezzamento a un post critico verso Dibba, scritto dal Cristina Leo, assessora alle Politiche abitative, Pari Opportunità e Politiche sociali del Municipio VII di Roma.
Silvia Piccinini, portavoce del M5s in Regione Emilia-Romagna, ha invece scritto su Fb: «Sono certa che la comunità Lgbt* ringrazierà per questi preziosi consigli che vengono da parte di una persona che di gesti infantili e controproducenti ne sa sicuramente qualcosa. Come quando nel 2018, nel momento di assumersi la responsabilità di governare questo paese, piuttosto che sporcarsi le mani è scappato come un coniglio preferendo pontificare e dispensare lezioni comodamente dal salotto di casa, a chi si stava facendo il mazzo in Parlamento in un contesto complicato.
Sono anche convinta che questo parallelismo fuori luogo che il nostro “cuore impavido” fa con le piazze arcobaleno (che non hanno bisogno di lezioni da parte di falegnami mancati) sia una casualità, e non un becero, miserabile, disgustoso e disperato tentativo far parlare di sé giusto giusto guarda caso, a pochi giorni dal Pride. Puntare a prendere la leadership del Movimento è legittimo, farlo sulla pelle di chi vive ogni giorno discriminazioni e stigma sociale non sarà volgare, ma fa moralmente schifo».
La senatrice Monica Cirinnà, responsabile del Dipartimento Diritti civili del Pd, ha affidato il suo pensiero a una foto del Roma Pride col breve quanto pungente post: «La volgarità di essere civili. Dibba impara!».
Erasmo Palazzotto, deputato di LeU e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, ha invece scritto: «”Volete la regolamentazione della produzione e della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano. Si tratta di gesti infantili ed altamente controproducenti. Ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride”. Lo sottolineo, perché l’occhio cade lì: volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride. No, Di Battista, di volgare nel rivendicare con orgoglio il rispetto dei propri diritti non c’è niente. Di imbarazzante c’è la fiera dello stereotipo in così poche righe. Nessun viaggio in giro per il mondo, come i precedenti, in programma?».
Per la consigliera regionale del Lazio Marietta Tidei (Italia Viva) «l’ultimo post su Facebook di Alessandro Di Battista è riprovevole, offensivo e pieno di parole ignobili. Definire i Gay Pride come ‘volgari forme di trasgressione per ottenere un miglioramento dei diritti civili degli omosessuali’ è inaccettabile. Altro che paladino dei diritti. Qui siamo di fronte a una persona che offende i diritti e le persone. All’anno zero della democrazia. Chieda immediatamente scusa».
Tra le innumerevoli reazioni di esponenti del mondo Lgbti+, di cui non pochi hanno ironicamente ricordato a chi parla di volgarità la sua partecipazione entusiasta ai Vaffanculo-day, c’è da segnalare quella del Roma Pride: «Sylvia Rivera, Harvey Milk, Marsha P. Jonhson, Stormè DeLarverie, scansatevi… che ne sapete voi di come si lotta per i diritti? Meno male che in Italia, nel 2020, abbiamo Alessandro Di Battista che ce lo spiega…. Sobrie ci vuole, senza “volgari trasgressioni” nei nostri Pride. E allora proviamo a rispondergli, con tutta l’educazione di cui siamo capaci, parafrasando la zia Karl: Sobria ci sarai, noi siamo fa-vo-lo-se!».
Arguzia e leggerezza, infine, da parte del comitato Da’ voce al rispetto, promotore dell’omonima campagna nazionale per la legge contro l’omotransfobia e la misoginia, che ha puntato su un meme esilarante.