Per chi l’ha potuta vivere quella del Flash Mob Pride in piazza del Plebiscito è stata un’esperienza unica, essendo la prima grande manifestazione rainbow del dopo Covid. Migliaia le persone che hanno ieri riempito quello che una volta era il Foro Regio per il Pride stanziale, dedicato a Sarah Hiazij e incentrato sul tema della legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia e la misoginia, il cui testo base sarà depositato il 30 giugno.
Oltre a rappresentanti delle numerose associazioni, componenti il coordinamento, presenti, fra gli altri, anche il deputato dem Alessandro Zan, relatore della legge alla Camera, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, l’assessora alle Pari Opportunità, Francesca Menna, e la cantante, attrice, musicista tunisina, M’Barka Ben Taleb, madrina del Pride.
Se De Magistris ha rilevato come «Napoli in questi anni abbia lottato per i diritti, per i beni comuni, per la contaminazione e per gli abbracci. È un luogo che ha sempre aperto le porte a tutto e tutti, anche nell’epoca del Covid, e sarà una città rifugio per tutti quelli che vogliono una energia antidepressiva», Zan, menzionando i recenti casi di omotransfobia a partire da quello della donna transgender napoletana, Federica Abbate, ha dichiarato: «Ecco perché è importante una legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia e la misoginia. Ed è importante che anche da parte vostra, in questa piazza, ci sia il sostegno a una battaglia, che sarà dura. Perché la battaglia è appena iniziata. Siamo al sesto tentativo per dare una legge a questo Paese che è tra gli ultimi a non essersi ancora dotato di una legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia».
A moderare gli interventi Claudio Finelli, delegato Cultura di Antinoo Arcigay Napoli e direttore artistico di Poetè, che ha dato inizialmente la parola ad Antonella Capone, portavoce del Flash Mob Napoli Pride, che ha affermato: «Nonostante l’Italia sia un grande Paese per quanto ci riguarda ha ancora una grande mancanza: una legge contro l’omolesbotransfobia, ma speriamo arrivi presto. C’è una legge depositata anche in Regione, ma è tutto fermo. Per noi era importantissimo essere qui perché non siamo cittadini o cittadine di serie B. Napoli è una città libera, una città felice. Napoli è pride.
Daniela Lourdes Falanga, presidente di Arcigay Napoli, ha invece dichiarato: «Io grido contro ogni forma di suprematismo. Diciamo no a chi vuole regolare i nostri corpi e negarci le nostre identità sociali, come hanno fatto con Alessia, le nostre ragioni, i nostri nomi. Diciamo no a questa cultura di preminenza che sta particolarmente avanzando».
Loredana Rossi, vicepresidente di Atn – Associazione Transessuale Napoli, ha puntato sulle particolari condizioni in cui hanno versato le donne trans durante la pandemia. «In questi giorni – così l’attivista partenopea – per noi la situazione è stata davvero difficile. La pandemia non solo ha messo a rischio la nostra salute, ma molte di noi si sono ritrovate a scegliere se morire di fame o morire di Covid. Per molte di noi non c’è stata possibilità di scelta, molte di noi hanno dovuto lavorare, molte di noi sono riuscite a vivere solo grazie alla solidarietà che si è mossa in questa città. Questo per dire che il virus ha messo ancora più ai margini chi ai margini già ci stava. Dico questo perché non possiamo rimanere in silenzio, non possiamo essere invisibili: le nostre storie, la nostra resistenza, la nostre lotte vanno gridate a tutti e noi lo facciamo e continueremo a farlo tutti i giorni».
Mentre Chiara Piccoli, presidente di Alfi, ha ribadito la necessità delle legge «a tutela di tutte e tutti senza compromessi», Carmela Smaldone ne ha ribadito la stessa importanza perché «non è una norma contro nessuno ma a tutele dei nostri figli e delle nostre figlie e di tutte le persone Lgbti». Antonello Sannino, presidente dei Pochos Napoli, ha infine voluto ricordare Loredana Simioli nel 1° anniversario della scomparsa e Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay massacrato e sciolto nell’acido il 7 luglio 2017
Presente in piazza proprio la mamma del giovane, Maria Esposito. «Vincenzo non è potuto purtroppo esserci oggi – ha detto -. Ci sono io per lui»