Leon, il figlio 15enne di Selvaggia Lucarelli, è stato identificato dalla polizia, dopo aver contestato ieri mattina a Milano, con tono pacato ma fermo, Matteo Salvini. «Volevo ringraziarla – così il ragazzo – per il suo governo razzista e omofobo». L’identificazione si è svolta sotto gli occhi della madre e del compagno Laerte Pappalardo.
Poco prima la stessa Lucarelli era stata a sua volta contestata da alcuni militanti per aver chiesto a Salvini perché non indossasse la mascherina. Domanda a cui il segretario della Lega aveva replicato: «La tolgo per parlare con i giornalisti. La rimetto appena finisco».
«Mi hanno fermato – così Leon dopo l’identificazione -. Senza alcun tipo di insulto personale, attacco o parolaccia ho detto la mia opinione. Ho detto che molte persone della comunità di colore non lo sopportano per il suo comportamento razzista, mi hanno provato a cacciare e adesso mi ha fermato la polizia. Non c’è libertà di espressione: sono stato fermato prima dalle guardie del corpo e poi dalla polizia. È una cosa ridicola».
Selvaggia Lucarelli ha così valutato la vicenda in un articolo su Tpi.it, della cui sezione Cronaca e Spettacoli è responsabile: «Ho trovato squallide due cose: la prima è che Salvini abbia fatto il bulletto strafottente che fa finta di non ascoltare e gli abbia detto un “Ti voglio bene”, a cui Leon ha risposto “io no”. La seconda, più seria, riguarda i poliziotti in borghese che poi gli si sono avvicinati per identificarlo. Dicendo a me – a quel punto mi sono messa a riprendere la scena – che non potevo filmare per motivi ignoti (ho continuato a farlo). È stata una scena pietosa. Fermare un ragazzino di 15 anni per chiedergli i documenti dopo che civilmente aveva espresso le sue idee, costringendolo per giunta a dire nome e cognome in pubblico, visto che i documenti li aveva lasciati a casa, è un pessimo segnale. Il tutto mentre un tizio esagitato, adulto, alle sue spalle gli gridava “Zecche!”.
Sia chiaro. Non c’è un’ombra di vittimismo in quello che dico. Leon si è difeso benissimo da solo, non è traumatizzato, non sta leggendo gli insulti sui social perché come avrete capito si fida più di quello che vede che di quello che legge e non è permeabile all’odio leghista, ma una cosa è certa: cercare di intimidirlo, è stato squallido. E no, non gli hanno messo alcun timore addosso. Forse un po’ più di fervore».
Ancor più grave che il video in cui Leon contesta Salvini sia stato pubblicato sulla pagina ufficiale Fb del segretario della Lega, dove il 15enne è stato sottoposto a vero e proprio cyberbullismo da parte di commentatori e commentatrici. La risposta di Selvaggia è arrivata tramite un lapidario tweet.
Vedo che la pagina ufficiale Lega Salvini premier, non paga di averlo fatto una volta, pubblica per la seconda volta il video di mio figlio. Volevo rasserenarli: non state raccontando un quindicenne. State raccontando voi stessi.
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) July 5, 2020