La quasi totalità dei Comitati Pari Opportunità degli Ordini degli Avvocati e delle Avvocate d’Italia (non senza alcune eclatanti eccezioni come per i casi di Bologna e Verona) hanno sottoscritto l’altro ieri un appello a sostegno del testo base del disegno di legge in materia di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, che è in esame presso la Commissione Giustizia della Camera.
In esso si esprime apprezzamento per «l’impegno del legislatore nell’elaborare un disegno di legge che tenga conto di tutte le proposte presentate». Viene poi rilevato che «l’Avvocatura, attraverso la voce dei Comitati Pari Opportunità, nell’ambito del proprio ruolo sociale, si fa tramite di un cambiamento culturale che consenta all’intero Paese di superare radicalmente ogni forma di discriminazione e di violenza perpetrata ai danni delle persone, in ragione di caratteristiche legate alla personalità e all’identità, contrastando i comportamenti discriminatori e contribuendo a rimuovere gli ostacoli che limitano di diritto e di fatto la parità e l’uguaglianza.
L’analisi dei dati di cronaca degli ultimi anni rivela un aumento esponenziale dei reati di violenza sessista e omotransfobica (dai 109 casi del 2016, si è passati ai 144 del 2017, ai 211 del 2018 e ai 212 del 2019, con 2 morti). Nella Risoluzione per la prevenzione e la lotta al sessismo del Consiglio d’Europa (CM/Rec(2019)1 la violenza sessista è stata giuridicamente definita come: «qualsiasi atto, gesto, rappresentazione visiva, parole dette o scritte, pratica, comportamento basati sull’idea dell’inferiorità di una persona o di un gruppo di persone in ragione del loro sesso». Con il disegno di legge unificato le tutele già esistenti nel nostro ordinamento per i reati commessi per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (artt. 604-bis e ter del codice penale) si estendono alle condotte motivate dalla discriminazione per sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, quali distinti fattori di discriminazione».
Si ricorda infine che «sono, altresì, previste specifiche azioni positive di promozione della pari dignità sociale e dell’inclusione sociale, rivolte alla prevenzione dell’insorgere di fenomeni di discriminazione e violenza, nonché alla protezione e al supporto delle vittime di tali reati e delle persone che si trovino in condizione di particolare vulnerabilità, in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Per questi motivi, i sottoscritti Cpo degli Ordini degli Avvocati e delle Avvocate d’Italia auspicano che, con l’approvazione del disegno di legge unificato in materia di misoginia e omotransfobia, il nostro Paese si inserisca, finalmente, nell’elenco degli Stati del Consiglio d’Europa che forniscono tutela contro crimini di natura sessista e omo-bi-transfobica. È giunta l’ora di portare a compimento l’art. 3 della Costituzione, affinché siano tutelati i diritti e la dignità di tutte e tutti».