Il 6 luglio aveva suscitato non poco clamore la notizia che, data dal Tg3 Lombardia e poi ripresa da tutti i media, che vedeva come protagonista il primario chirurgo dell’azienda sanitaria “Sette Laghi”. Il medico, che, il 25 marzo, in piena emergenza Covid, stava prestando servizio presso l’ospedale di Cittiglio (Va), avrebbe inveito ripetutamente sull’omosessualità di un paziente che era in quel momento sedato e sottoposto a intervento chirurgico.
«Ma guardate – questa la frase pronunciata davanti a più testimoni – se io devo operare questo frocio di merda; non è giusto che in questo periodo di emergenza io debba perdere tempo per operare questi froci».
A seguito della diffusione della notizia il primario è stato sospeso per tre mesi dalla professione medica. Misura, questa, che, come dichiarato da Verni, «non è assolutamente congrua. Il rispetto della vita e della dignità del malato, la perizia e la diligenza nell’esercizio della professione, sono solo alcuni dei doveri inseriti nel Codice deontologico della professione medica. Il primario dell’ospedale di Cittiglio ha violato diritti costituzionalmente sanciti e regole di comportamento stabilite per legge, non ha rispettato i codici disciplinati dall’Ordine dei medici e il giuramento di Ippocrate, recando per giunta grave danno d’immagine a tutto il Servizio sanitario regionale. Per questo ne ho chiesto il licenziamento».
Cosa che il consigliere pentastellato ha fatto il 22 luglio con una lettera al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (tre giorni prima che questi fosse iscritto nel registro degli indagati per frode in fornitura pubblica) e alla direzione generale Welfare. Nella missiva, dopo aver richiamato l’articolo 3 del Codice di Deontologia medica e gli articoli 3, 32, 54 della Costituzione, Verni scrive: «Alla luce di quanto accaduto ritengo che il primario dell’ospedale di Cittiglio (VA) debba essere licenziato per giusta causa dalla Asst Sette Laghi – il cui direttore generale, peraltro, stando a quanto ricostruito dalla cronaca giornalistica, è stato a sua volta destinatario di insulti, poiché ha violato diritti costituzionalmente sanciti, regole di comportamento stabilite per legge e il mancato rispetto dei codici disciplinati dalla categoria di appartenenza, oltre ad aver creato grave danno d’immagine a tutto al Servizio sanitario regionale.
Sarà mia premura intraprendere ogni ulteriore iniziativa, come già preannunciato in Aula il 7 luglio u.s., presentando una mozione al primo Consiglio regionale disSettembre al fine di impegnare la Giunta a dare seguito al licenziamento del primario di Cittiglio (Va), qualora per tale data non si sarà posto fine al rapporto di collaborazione professionale. Chiedo, inoltre, ai sensi dell’art. 112 del Regolamento del Consiglio regionale, di essere mantenuto aggiornato in merito al proseguo della vicenda e di ricevere ogni informazione in merito alle iniziative che saranno messe in atto dalla Giunta regionale e dalla Ast Sette Laghi di Varese, con l’auspicio che condividano quanto esposto nella presente e procedano senza alcuna remora».