Una bandiera arcobaleno bruciata. Altre calpestate e stracciate. Strisconi col simbolo della falange nazionalista, persone in t-shirt nera o con il logo di Manif pour tous. E poi urla del tipo «Stop alla degenerazione» oppure «La Polonia non sostiene le deviazioni» e cori di stadio: «Chi non salta, un deviato è». Questa in sintesi la manifestazione Stop agresji Lgbt (Stop all’aggressione Lgbt, ndr), organizzata da nazionalisti di estrema destra davanti al cancello dell’Università di Varsavia.
Poco distante, davanti all’Accademia delle Belle Arti, la contromanifestazione di otto organizzazioni, tra cui Koalicja Antyfaszystowska, Warszawski Autonomiczny Licealny Komitet Antyfaszystowski e Stop Bzudrom, che avevano precedentemente disegnato un arcobaleno tra l’Accademia e il cancello dell’Università sul luogo del presidio nazionalista, da cui è poi partita la domanda offensiva: «Come sta Margot? Come sta?». Chiaro riferimento alla carcerazione preventiva di due mesi, cui è sottoposta dal 7 agosto l’attivista di Stop Bzudrom, Margot Szutowicz.
Non sono mancati momenti di tensione. Manifestanti Lgbti+ e antifascisti hanno fermato uno dei furgoncini con scritte omofobe dell’associazione Pro Prawo do Życia. La polizia ha sollevato di peso due attiviste (a una delle quali è stata strappata una ciocca di capelli), che sono state sottoposte a fermo momentaneo e poi rilasciate.