27 associazioni hanno oggi indirizzato una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola perché intraprendano «i passi diplomatici necessari» per l’immediata liberazione dell’attivista polacca Margot Szutowicz. Arrestata il 7 agosto scorso a Varsavia, Margot è da allora sottoposta a carcere preventivo con l’accusa di aver provocato danni a un furgone dell’organizzazione Pro Prawo do Życia e aver intenzionalmente spinto il conducente del mezzo.
Per essere chiari, i furgoni del citato ente pro-life, che da oltre un anno girano per Varsavia e altre città polacche, sono coperti di teloni plastificati con immagini di uomini gay ai Pride e scritte omofobe, accomunanti l’omosessualità alla pedofilia, del tipo Tacy idą po twoje dzieci. Powstrzymaj ich! (Questi vogliono i tuoi bambini. Fermali!, ndr) o Czyny pedofilskie zdarzają się wśród homoseksualistów 20 razy częściej (Atti di pedofilia accadono 20 volte più spesso fra gli omosessuali, ndr).
Quello stesso sette agosto sono state arrestate e poi rilasciate 48 persone, tra cui un nostro connazionale, per aver protestato e cercato d’impedire la carcerazione dell’attivista non binaria che usa pronomi femminili ed è componente del collettivo Stop Bzdurom.
Ricordando che l’«Intergruppo Lgbti del Parlamento Europeo, il Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani, il Commissario Ue per l’uguaglianza e l’Unità Sogi del Consiglio d’Europa hanno già chiesto la scarcerazione immediata di Margot», le 27 associazioni hanno anche chiesto a Conte, a Di Maio e ad Amendola di «inviare un segnale forte al governo polacco» e di ribadire «che il nostro Paese condanna le detenzioni arbitrarie e la brutalità della polizia e sollecitare le autorità polacche a rispettare i diritti umani delle persone Lgbti».
«Quanto sta accadendo in Polonia è inaccettabile. Mesi di omofobia sponsorizzata dallo Stato – così le associazioni firmatarie – si sono trasformati in un comportamento inaccettabile della polizia e in una misura di carcerazione preventiva eccessiva per gli stessi standard polacchi, non essendo stata comminata prima nemmeno a persone accusate di reati ben più gravi. L’Italia deve far sentire al più presto la propria voce per difendere lo Stato di diritto in un altro Stato membro dell’Unione europea».
La lettera, trasformata anche in una petizione per consentire a singoli di sottoscriverla, è stata firmata da Agedo nazionale – Associazione genitori parenti e amici di persone Lgbt+, Alfi – Associazione Lesbica Femminista Italia, Arci, Arcigay, ARCO – Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali, Assist – Associazione Nazionale Atlete, Associazione culturale-teatrale Gli Sbandati, Associazione Quore, Associazione Radicale Certi Diritti, Atn – Associazione Transessuale Napoli, Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, Comitato Da’ voce al rispetto, Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna, Diversity, Famiglie Arcobaleno, Femminismi blog, Gaynet Italia, Il Grande Colibrì, I Sentinelli di Milano, La tenda di Gionata, Le Rose di Gertrude, MIT – Movimento Identità Trans, MiXED lgbti, Omphalos, Polis Aperta, Rebel Network, Se Non Ora Quando? Torino, Uaar – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.