Ennesima giornata di comizi, quella di ieri, per Matteo Salvini, che ha iniziato il suo tour in mattinata a Galatone (Le) per concluderlo dopo le 21:00 a Lecco.
Dai migranti alla legge contro l’omotransfobia e la misoginia i temi degli interventi del segretario del Carroccio sono stati quelli affrontati altrove e, ça va sans dire, con i medesimi argomenti. Un vinile rotto, insomna, soprattutto in riferimento al ddl Zan, attaccato, ancora una volta, con una sovrapposizione di motivi estranei e, per giunta, erronei, dal momento che la libertà d’opinione non è affatto conculcata dal testo in discussione alla Camera.
A Vigevano (Pv), dove era per sostenere la candidatura a sindaco del leghista Andrea Ceffa, Salvini ha dichiarato: «Ognuno si sposa, si bacia e ama chi vuole, dove vuole e quando vuole. Però, finché campo, rivendico il diritto di difendere i bambini, la loro mamma e il loro papà. E le adozioni gay e l’utero in affitto le combatto».
Sul palco di Saronno (Va), dove è invece intervenuto a sostegno della ricandidatura di Alessandro Fagioli a primo cittadino, ha attaccato frontalmente il Partito Democratico, per «il quale è fondamentale la legge sull’omofobia: stanno fuori dal mondo. Voi potete fare l’amore con chi volete, non mi interessa. Però attenzione al pericolo di una legge che manda a processo qualcuno che difende il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. No a genitori gay e a uteri in affitto: io mi batterò sempre per questo».