Alla vigilia della conferenza dei capigruppo della Camera, che dovrebbe calendarizzare la ripresa della discussione del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia – sospesa il 3 agosto per l’interruzione dei lavori d’Aula –, il relatore, Alessandro Zan (Pd), ha risposto nuovamente a Matteo Salvini, che, anche ieri, a Vigevano (Pv) e a Saronno (Va) è tornato ad attaccare il testo, definendolo pericoloso per il diritto della libertà di libera manifestazione del pensiero.
«Il ddl contro l’omotransfobia e la misoginia – così il deputato padovano – è ormai diventato una delle ossessioni di Matteo Salvini: con i migranti e la legge Fornero è entrato nella lista salviniana dei mali del Paese. Citato e attaccato quotidianamente, in ogni singolo comizio elettorale. E, anche in questi casi, pura disinformazione e fake news: secondo lui in Italia ognuno può far ciò che vuole, essere chi vuole, amare chi vuole, riducendo le relazioni omoaffettive al buio delle stanze da letto – “lo Stato non deve entrare in camera da letto” è il refrain salviniano -.
Ma Salvini vada a spiegare allora alla coppia di ragazzi aggrediti in spiaggia a Cagliari che sono liberi di amare chi vogliono. O vada a chiedere al ragazzo di Pescara, a cui è stata fratturata la mascella per un bacio, se si sente libero di baciare chi vuole. O piuttosto chieda alla ragazza di Potenza, aggredita a pugni in faccia perché lesbica mentre passeggiava verso casa, se è davvero libera di essere sé stessa. E questi sono solo tre esempi di una lista lunghissima. Quindi Salvini consideri che speculare elettoralmente sulla vita e sulla dignità degli esseri umani non solo è vergognoso, ma è anche pericoloso. Ancora una volta però il Parlamento si è dimostrato ben più lucido di Salvini: il ddl è già in discussione in Aula alla Camera, in cui verrà approvato non appena le scadenze di conversione dei decreti in materia di Covid-19 e gli appuntamenti elettorali imminenti saranno passati».