S’intitola A Place for Us/Un posto per noi (dal romanzo del 1969 di Isabel Miller (pseudonimo di Alma Routsong), più conosciuto sotto il nome di Patience and Sarah, con cui fu ripubblicato nel ’71) la XV° edizione di Immaginaria – International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, dedicato al cinema lesbico e femminista. Edizione, quella di quest’anno, realizzata in modo contingentato e nel rispetto delle norme anticontagio.
La kermesse si svolgerà da giovedì 1 fino a domenica 4 ottobre e avrà luogo a Roma presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo e il Nuovo Cinema Aquila. Un appuntamento con le registe più interessanti del panorama di genere, la cui apertura, il 1° ottobre, ore 21:15, al Teatro Biblioteca Quarticciolo sarà affidato a un evento live dal titolo Artiste per Immaginaria, in cui si esibiranno cantautrici, attrici e danzatrici.
La serata inaugurale sarà seguita dalle proiezioni dei ventinove titoli in programma al Nuovo Cinema Aquila, proiezioni che si svolgeranno da venerdì 2 a domenica 4, tra cui spicca l’esclusiva proiezione italiana dei primi due episodi di Gentleman Jack, concessi da Bbc One e Hbo, che daranno il via a una tre giorni in cui la capitale ospiterà fiction, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo.
Al termine del festival saranno proclamati la migliore fiction, il miglior documentario e il migliore cortometraggio da parte delle tre giurie composte da esperte di cinema.
Dedicata alla diarista Anne Lister (1791-1840), la XV° edizione di Immaginaria (fondato a Bologna nel 1993 dall’Associazione Culturale Lesbica Visibilia), è realizzata in collaborazione con il Festival Mix Milano e l’Ambasciata del Regno Unito in Italia e con il patrocino del Municipio V del Comune di Roma. Immaginaria fa inoltre parte del Coordinamento dei Festival Italiani di Cinema Lgbtq ed è gemellata con il Women Makes Waves Film Festival Taiwan.
Tra i molti titoli in programma da segnalare il documentario Delphine et Carole (Francia 2019, 70’), diretto dalla regista Callisto Mc Nulty, sull’incontro tra l’attrice francese Delphine Seyrig e la franco-svizzera Carole Roussopoulos, pioniera del video. Il lavoro rivoluzionario di Roussopoulos ha avuto inizio con una nuova tecnologia, la Portapak, prima videocamera commercializzata dalla Sony nel 1967 e da lei acquistata nel 1969. Attraverso di essa, Roussopoulos ha documentato il femminismo francese negli anni ‘70, in particolare. le azioni rivoluzionarie e al contempo provocatorie del Movimento di liberazione femminile.
Sempre sulla trasmissione e la documentazione della storia, The Archivettes di Megan Rossman (Usa 2018, 61’). «La nostra storia scompariva mentre la stavamo vivendo». Per questo nel 1974 Deborah Edel e Joan Nestle fondarono i Lesbian Herstory Archives, diventati la raccolta più grande di tutto il mondo di materiali di donne lesbiche o sulle donne lesbiche. Ora le fondatrici hanno più di settant’anni e il gruppo deve affrontare il cambiamento di leadership, l’avvento della tecnologia digitale e la necessità di una nuova chiamata all’attivismo politico.
Fra le fiction si distingue la pellicola dell’austriaca Marie Kreutzer, Der boden unter den fussen (Austria 2019, 108’), che narra la vita robotizzata di una giovane e rampante donna in carriera, costretta ad avere rapporti episodici con la sua amante e a trascurare i gravi problemi familiari che si trascinano da anni. Obbligo o scelta? C’è soltanto una linea sottile che separa l’ordine e il caos, l’ascesa e la caduta.
Un salto, poi, in Argentina con Margen de error di Liliana Paolinelli (2019, 85’). L’illusione di una donna matura, che mette a rischio la stabilità della sua coppia e le relazioni con le amiche, pur di inseguire un’infatuazione tutta da verificare e che la porta a immaginare di potere sovvertire totalmente la sua vita. Con qualche margine di errore.
Inoltre due must dell’ultimo periodo, gli acclamati Carmen y Lola di Arantxa Echevarría (Spagna 2018, 103’) e Tell It to the Bees di Annabel Jankel (Uk-Svezia 2018, 106’).