Il 31 ottobre 1980 venivano ritrovati a Giarre (Ct) i cadaveri del 25enne Giorgio Agatino Giammona e del suo “zito” (fidanzato), il 15enne Antonino Galatola. Benché la natura di quel delitto resti a tutt’oggi non chiarita, quel drammatico fatto di sangue venne quasi a segnare, in senso unitario, la nascita di quanto inizialmemte veniva indicato come movimento di liberazione omosessuale italiano.
Come diretta conseguenza si costituì il primo collettivo del Fuori! della Sicilia Orientale. E, il 9 dicembre 1980, sull’onda emotiva della grande manifestazione tenutasi a Giarre cui parteciparono attiviste e attivisti di tutta Italia e i Radicali con Francesco Rutelli, veniva fondato a Palermo, come estensione della Commissione nazionale per i diritti civili di Arci, il primo nucleo di quella che poi sarebbe divenuta l’associazione Arcigay.
A realizzarlo, su idea di don Marco Bisceglia, Gino Campanella e Massimo Milani insieme con Antonino De Gregorio, Eugenio Arena, Francesco Lo Vecchio, Luigi Mutolo, Giovanni Orlando, Salvatore Scardina, Vincenzo Scimonelli, Salvatore Trentacosti.
E dopo le 12:30 di oggi, esattamente 40 anni dopo il delitto, proprio a Giarre, nella Sala degli Specchi del Palazzo Comunale, Gino e Massimo, che si amano e vivono insieme da 42 anni, si sono uniti civilmente alla presenza di 30 invitati e invitate nel pieno rispetto delle misure di sicurezza per il contenimento del Covid-19, regolate dall’ultimo Dpcm. Ad accoglierne il sì il sindaco Angelo D’Anna.
Oltre a familiari e persone intime, tra cui anche l’attore Massimo Verdastro e l’attivista Lorenzo Canale in qualità di testimoni, presenti Mirko Pace in rappresentanza di Arcigay Palermo, Luigi Carollo in rappresentanza del Palermo Pride e Paolo Patanè, ex presidente di Arcigay nazionale e direttore generale del Coordinamento dei Comuni Unesco Sicilia, che, come giarrese, si è fattivamente adoperato per la realizzazione dell’evento.