Giovane scrittore e sceneggiatore, Emiliano Reali si racconta in quest’intervista a Gaynews.
Chi è Emiliano Reali nella vita di tutti i giorni? Più scrittore, sceneggiatore o libero pensatore?
Nella vita di tutti i giorni sono una persona semplice, che ama la spontaneità del pensiero che si manifesta in azioni e passioni. Adoro la natura, pratico qi gong e amo leggere: la lettura di altri autori è fonte inesauribile di scoperte e inoltre rappresenta la possibilità di vivere tante altre vite! Nei periodi di ispirazione mi chiudo in casa e lascio fluire le emozioni attraverso la scrittura. Indifferentemente che si tratti di romanzo, sceneggiatura, racconto. Non ho preferenze: è un atto per me salvifico che mi fa sentire bello e a posto con tutto il resto.
Da molti anni scrivi su temi Lgbti e lo fai con grazia e senso ironico senza lasciare indietro emozioni. Quali sono per te gli elementi che uniscono le storie e i vissuti che racconti?
L’elemento che vorrei si evincesse dai miei scritti è l’autenticità che ricerco nella scrittura. Narro di vite, nelle quali spesso mi sono immerso o personalmente o di riflesso. Credo che il mestiere di scrivere rappresenti una grossa responsabilità oltre che un’occasione, quindi tento di farlo avendo cognizione di ciò che racconto. L’elemento che unisce i miei lavori è senza dubbio il ‘fattore vita’.
Bambi. Molti di noi fin da piccini lo hanno negli occhi. Rimane l’archetipo del cammino nel bosco della vita e degli incontri che stupiscono, che ti fanno pensare, che ti danno dolore o amore. Ma per Emiliano Reali c’è un Bambi tutto suo ?
Credo che ognuno debba proteggere il bambino dentro di sé, la voglia di stupirsi, la curiosità, l’ingenuità, la freschezza. Questo è possibile non cedendo alla staticità, all’assenza di stimoli, all’abitudine: questo è quello che cerco di fare ogni giorno e che serve a tenere in vita il mio Bambi.
Qual è il ruolo del romanzo e della letteratura nel mondo Lgbti? C’è qualche autore che ti ha maggiormente colpito e perché ?
La letteratura – e, ampliando il discorso, la cultura tutta – dovrebbe aprire le menti, abbattere steccati e barriere, rendere noto lo sconosciuto privandolo di quell’alone di pericolo e stranezza che scioccamente si conferisce a ciò che non si conosce. Un buon romanzo può aiutare chi si sente solo, facendogli capire che quello che sta affrontando è stato già superato da altri, asserendo che non c’è nulla di sbagliato nel non essere omologati alla massa. Le lettere di ragazzi che dopo aver letto uno dei miei romanzi mi dicono di aver trovato il coraggio per fare coming out, o che hanno deciso di fare d’ora innanzi sesso protetto, sono la migliore ricompensa al mio lavoro. Un precursore, un’icona della letteratura Lgbti e non solo è stato il grande Gore Vidal che ho ammirato in molti dei suoi libri (La statua di sale e Myra Breckinridge per esempio). Un altro scrittore che apprezzo molto e che ho avuto la fortuna di conoscere è Edmund White.
La scrittura e l’impegno politico per i diritti si parlano tra loro secondo te?
Secondo me si parlano troppo poco, perché il mercato editoriale è maggiormente centrato e attento a ciò che è commerciale, che garantisca vendite, mettendo spesso in secondo piano il valore sociale e l’utilità pubblica di un testo. L’etichetta ‘letteratura di genere’ ne è una triste conseguenza.
Lgbti è un acronimo molto importante: uno scrittore quale Emiliano Reali come vive i molteplici colori di questo arcobaleno?
Adoro l’arcobaleno, amo la varietà, soprattutto sogno un mondo in cui l’alterità non abbia più bisogno di essere proclamata perché naturale elemento costitutivo della collettività.
Prossimo lavoro in stampa?
Al momento sono impegnato nella promozionale di Ad ogni costo (Meridiano Zero), uscito da appena un paio di mesi, romanzo che completa la Trilogia di Bambi. Sono in attesa di alcune risposte per il mio nuovo romanzo, ma per ora non posso dire di più!