È morto ieri Solange, al secolo Paolo Bucinelli, sensitivo e attore particolarmente popolare negli anni ‘80 e ‘90 per le sue continue apparizioni televisive.
A prescindere dai suoi meriti artistici e professionali Solange è stato certamente un personaggio che ha restituito al grande pubblico, in tempi “difficili” per chi non si omologava, un’immagine eterodossa e non binaria della propria identità, dando spazio a un estro dal sapore irriverentemente queer che destrutturava stereotipi di genere standardizzati e conformisti.
Certo, la sua posizione nei confronti delle rivendicazioni Lgbt potrebbe essere ritenuta un po’ tardiva. Ma c’è stata ed è stata eclatante. Tutti ricordiamo, d’altronde, quella volta in cui, per sostenere le unioni civili, si vestì da sposa nel 2014 in un atelier specializzato di San Miniato e, dichiarando pubblicamente il suo amore per un architetto romano con cui voleva convolare a nozze, “bacchettò” Angelino Alfano, allora ministro dell’Interno, ricordandogli che «anche lui deve capire che essere liberi non significa poter ghettizzare gli altri», perché «i sentimenti devono essere vissuti da tutti fino in fondo, nel rispetto degli altri, della pace, della tolleranza».
A ricordarlo con commozione Vladimir Luxuria, che su Twitter ha ieri scritto: «Mi mancherai Solange, le tue improvvisazioni poetiche in rima, la stima che nutrivi per me, la tua “Luxi” come mi chiamavi, le previsioni sempre ottimistiche e confortanti, le risate insieme e la follia colorata delle tue chiome e del tuo umorismo R.I.P.».
Mi mancherai #Solange, le tue improvvisazioni poetiche in rima, la stima che nutrivi per me, la tua “Luxi” come mi chiamavi, le previsioni sempre ottimistiche e confortanti, le risate insieme e la follia colorata delle tue chiome e del tuo umorismo R.I.P. ?? pic.twitter.com/PNDuE5w8bG
— vladimir luxuria (@vladiluxuria) January 7, 2021
Monica Romano, scrittrice e presidente dell’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere, si è detta «dispiaciuta per la morte di Solange» aggiungendo: «Francamente rimango basita da chi sui social – cartina di tornasole del peggio – fa ironia su una persona che non c’è più. Più di tutto, mi dispiace che sia morto sol*. Non credo che fosse realmente un sensitivo, ma certo gli va riconosciuto di essere stato visibile come persona pubblica che oggi diremmo non-conforming in anni – i ’90 – in cui essere quel che siamo ed essere visibili non era affatto semplice. Anni in cui, tante volte, pur di potersi vivere un po’ più liberamente – e la libertà di truccarsi e di essere femminili costava molto cara – si sceglievano anche i mestieri più improbabili, e cartomanzia e chiromanzia erano fra questi. Che la terra ti sia lieve, Solange».