Insulti lesbofobi e razziali con tanto di minaccia di violenze fisiche. È l’ennesimo caso di aggressione via social, di cui è stata questa volta vittima, la sera del 13 gennaio, Daniela Carvisiglia. Nello sporgere all’indomani denuncia alla polizia postale, la giovane donna, che vive a Pavia e dal 10 settembre 2019 è unita civilmente con Carmen Flagiello (le foto della coppia in abiti nuziali sono visibili sui profili d’entrambe), ha raccontato di aver contattato via Facebook un tale dal nome profilo Marco Rossi, che vendeva su Marketplace un cellulare a 120 euro. Ha chiesto maggiori informazioni e quindi ha cercato di trattare sul prezzo. Il tutto fatto con la massima gentilezza.
A quel punto, del tutto gratuitamente, l’insulto: «Sta’ zitta, lesbicona». Al quale, dopo la replica di Daniela su un conseguente intervento delle forze dell’ordine, ne sono seguiti degli altri e poi la minaccia: «La prossima volta prima di scrivere a qualcuno pensaci che ti potrebbe venire lì a spaccare la faccia. Fallita, malata mentale, ebrea».
A dare notizia dell’aggressione verbale, poi raccontata anche da La Provincia Pavese due giorni fa, la consorte Carmen con un post su Facebook in cui, facendo riferimento all’ovvio profilo falso dell’inserzionista, ha aggiunto: «Intanto questo soggetto pericoloso vende prodotti su Marketplace di Facebook. Così giusto per farvelo sapere. Al di là di ogni pensiero qui si tratta di offese gratuite e questo non deve esistere mai».
Ferma condanna dell’accaduto e «solidarietà alle vittime Carmen Flagiello e Daniela Carvisiglia, che hanno avuto il coraggio di reagire e la forza di denunciare» sono state espresse da Simone Verni, consigliere M5s della Regione Lombardia e primo firmatario della proposta di legge regionale contro le discriminazioni verso le persone Lgbti+, che ha scritto: «Ancora un riprovevole episodio di omofobia, questa volta perpetrato sui social da un “leone da tastiera”, peraltro con un profilo probabilmente falso, ai danni di una ragazza “rea” di amare e aver sposato la sua compagna. La frequenza di episodi di omofobia è tale da sollecitare qualsiasi istituzione a prendere provvedimenti a riguardo, tranne Regione Lombardia, purtroppo!».
Ricordando poi di aver depositato nel dicembre 2019 «in Consiglio regionale la proposta di Legge n.109 a mia prima firma contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere che la maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) non ha ancora calendarizzato», Verni ha ringraziato Coming-Aut Lgbti+ Community Center per aver «lanciato pochi giorni fa una petizione con All Out a sostegno della pdl 109, che potrebbe davvero aiutare a far sì che questi episodi vengano perseguiti. Chiediamo alla Lombardia di uscire dalla spirale di risentimento e di discriminazione nei confronti delle persone Lgbti+».