Il 7 aprile il vescovo di Wa, Richard Kuuia Baawobr, ha ringraziato il neo-eletto presidente del Parlamento del Ghana, Alban Sumana Kingsford Bagbin, per l’inflessibilità contro la promozione dei diritti Lgbt+ nel Paese e l’ha esortato a non cedere ad alcuna pressione esterna in tal senso sulla scorta dell’appello della Conferenza episcopale. Bagbin, che è cattolico e stava compiendo un tour di tre giorni nella regione natale dell’Upper West, ha ringraziato il presule per le parole pronunciate nell’omelia e gli ha fra l’altro assicurato che, sotto la sua guida, il Parlamento non si sottrarrà alle proprie responsabilità.
«Grazie – queste le parole del vescovo Baawobr – per aver risposto con chiara determinazione all’Alto Commissario australiano e ad altri che il nobile matrimonio nel diritto consuetudinario ghanese è tra un uomo e una donna e non quello che viene promosso dalla comunità Lgbt+».
Inequivocabile riferimento al diplomatico australiano Gregory Andrews, che l’11 febbraio aveva twittato contro le discriminazioni, violenze, abusi a danno delle persone Lgbt+ e condannato successivamente la chiusura del centro di Lgbt+ Rights Ghana ad Accra. Lo Stato dell’Africa occidentale è infatti uno dei 69 paesi al mondo in cui i rapporti tra persone dello stesso sesso sono reato: essi vi sono puniti fino a tre anni di carcere.
Australia supports #HumanRights and rejects discrimination and hate-based abuse and violence. We have laws to protect people from discrimination and against hateful speech and abuse.
— Gregory Andrews (@AusAmbGHA) February 11, 2021
Nominato vescovo di Wa da Papa Francesco il 17 febbraio 2016 dopo essere stato per un sessennio superiore generale dei Missionari d’Africa o Padri Bianchi e quindi dallo stesso Bergoglio designato, il 4 luglio scorso, a componente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Richard Kuuia Baawobr ha più volte unito la sua voce a quella dell’episcopato ghanese nel condannare le rivendicazioni delle persone Lgbt+.
Noto, fra l’altro, il suo aperto sostegno alla conferenza regionale per l’Africa del World Congress of Families, tenutosi proprio nella capitale ghanese dal 31 ottobre al 1° novembre 2019. Tra i relatori, all’epoca, Brian Brown, presidente dell’International Organization of Families – Iof (noto in Italia per il ruolo protagonistico al Congresso di Verona, i legami con ProVita e l’aperto sostegno a Matteo Salvini), e Theresa Okafor, attivista nigeriana tra le proponenti della legge del 2014, che criminalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso, lo scambio di effusioni in pubblico e persino la frequentazione di locali e associazioni Lgbt+.