È stato convocato per martedì 20 aprile, alle 14:30, l’Ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato, che dovrà abbinare, secondo il comma 1 dell’articolo 51 di Palazzo Madama, il ddl Zan e i quattro disegni di legge di materia consimile (rispettivamente, a prima firma, Monica Cirinnà [Pd], Elvira Evangelista [M5s], Alessandra Maiorino [M5s], Julia Unterberger [Autonomie]), presentati al Senato durante la vigente legislatura e calendarizzarne la discussione.
Questo passaggio sarà possibile a seguito della decisione della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che martedì scorso, su richiesta dell’ultimo Ufficio di presidenza della Commissione, aveva disposto la riassegnazione dei quattro ddl in sede referente.
Si preannuncia in ogni caso una fase di scontri con la maggioranza dei componenti della Commissione, che puntano, dopo l’abbinamento, a far approvare il ddl Zan come è stato licenziato dalla Camera, e quelli di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Tanto più che il presidente della Commissione Giustizia, il salviniano Andrea Ostellari, continua a dar prova di scarsa o nulla terzietà quale il suo ruolo richiederebbe. Gli ultimi post ne sono una riprova, tra cui quello che lo ritrae mentre legge il libro curato da Alfredo Mantovani Legge omofobia perché non va (edito dall’editrice ultrareazionaria cattolica Cantagalli).
E c’è chi, come la senatrice Monica Cirinnà, ne sottolinea da giorni l’assoluta inadeguatezza rispetto a un Francesco Nitto Palma, magistrato e senatore di Forza Italia nella XVII° legislatura, che, pur essendo contrario all’allora disegno di legge sulle unioni civili, agì, come presidente della Commissione Giustizia, con competenza, correttezza e super partes.