Nonostante il caldo torrido, quasi 20.000 persone hanno ieri sfilato a Varsavia per la 20° edizione del Pride o Parada Równości (Parata dell’uguaglianza). A partecipare alla marcia dell’orgoglio anche il sindaco Rafał Trzaskowski in segno di vicinanza alla comunità Lgbt+, particolarmente vessata dal PiS e dalla Chiesa. Il primo cittadino di Varsavia ha definito il Pride «una celebrazione di apertura, tolleranza e rispetto. È una grande e gioiosa manifestazione di diversità, il cui scopo fondamentale è quello di farci sentire tutti a casa nel nostro paese e nella nostra città, indipendentemente dalle nostre differenze».
Radunatesi davanti al Palazzo della Cultura, le persone partecipanti hanno attraversato il centro città in gruppi nel rispetto delle norme sanitarie. Tanti gli slogan scanditi durante la marcia, tra cui «L’arcobaleno non offende nessuno», o cori di condanna delle amministrazioni che hanno autoproclamato i rispettivi comun e voidovati “Lgbt-free”.
Mischiate con le bandiere Lgbt+ e polacche anche quelle bielorusse in segno di solidarietà con la popolazione del vicino Paese. «Le persone Lgbt+ – Jana Shostak, artista bielorussa emigrata in Polonia – sono da noi perseguitate non solo dal regime di Alexander Lukaschenko, ma spesso anche a casa, dai bielorussi conservatori».