Mentre le associazioni partecipavano ieri in piazza Vidoni al presidio Legge Zan senza compromessi, l’Aula del Senato respingeva in un clima di caos con 136 voti contrari, 124 favorevoli e quattro astenuti le questioni di pregiudizialità presentate da Lega e Fratelli d’Italia. Risultato che ha spinto la capogruppo del Pd Simona Malpezzi a dire che i numeri ci sono, mentre dalla Lega si ritiene che proprio il voto con 12 voti di scarto «conferma che il ddl Zan rischia di non avere i numeri».
In ogni caso non ci sarà nessuno stop dei lavori né rinvii in Commissione come aveva chiesto l’intero centrodestra. Renzi e Salvini hanno insistito nei loro interventi sia pur in maniera diversificata su un testo di mediazione che vada a modificare gli articoli 1 (per quel che riguarda l’identità di genere), 4 e 7, così che “in 15 giorni – queste le parole del leader di Italia Viva – si approva in via definitiva anche alla Camera”. Mediazione che per Pd, M5s e LeU è impossibile con un partito, come la Lega, che, secondo quanto ha rilevato la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino, «ha sempre negato che esista un problema di omotransfobia».
Oggi i lavori di Aula riprendono alle 9:30 con il voto sulle sospensive di Forza Italia e Fratelli d’Italia ma in realtà si andrà avanti con la discussione generale fino al 20 luglio, termine ultimo per la presentazione degli emendamenti.