Il Comune di Perugia dovrà procedere all’immediata trascrizione dell’atto di nascita del piccolo Joan che, figlio di due donne, era nato lo scorso anno in Spagna. A deciderlo il collegio della Prima sezione del locale Tribunale civile, composto da Paola De Lisio, Loredana Giglio e Mary Fabroni.
«Giustizia è fatta» ha commentato Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti, con riferimento alla posizione assunta dal sindaco Andrea Romizi che aveva negato lo scorso anno la trascrizione. Perché, come ebbe a motivare, la normativa vigente «non disciplina» quelle riguardanti figli di genitori dello stesso sesso. Da qui la battaglia legale, intrapresa dalle due donne, che, col sostegno di Omphalos, si era rivolta agli avvocati Vincenzo Miri e Martina Colomasi di Rete Lenford.
È a loro che è stato comunicato l’oggetto del decreto del Tribunale civile di Perugia. Un traguardo quanto mai significativo, al cui riguardo abbiamo intervistato una dei due legali.
Avvocata Colomasi, può ricostruire l’iter procedurale che ha portato al provvedimento odierno del Tribunale civile di Perugia?
Una volta nato il piccolo Joan, le madri hanno iniziato le pratiche burocratiche per ottenere la trascrizione dell’atto di nascita presso il Comune di Perugia, in una prima fase, a mezzo del Consolato italiano di Barcellona. Il Comune ha deciso di procedere chiedendo un parere preliminare alla prefettura di Perugia circa la trascrivibilità dell’atto di nascita del minore. La prefettura, pur richiamando la giurisprudenza favorevole alla trascrivibilità, ha invitato gli ufficiali di Stato civile alla stretta applicazione della normativa vigente che non consente la trascrizione dell’atto di cui trattasi.
Nonostante i nostri numerosi tentativi bonari di ottenere la trascrizione sulla scorta dei precedenti giurisprudenziali in materia, il 30 maggio 2017 gli ufficiali dello Stato civile hanno formalizzato il rifiuto di provvedere alla trascrizione. Abbiamo quindi proceduto con il ricorso ex art. 95, co. I. D.P.R. 396/2000, al fine di veder dichiarare l’illegittimità del rifiuto e di ordinare la trascrizione integrale dell’atto. Dopo circa sei mesi dall’inizio del procedimento presso il tribunale di Perugia il Comune ha deciso di trascrivere parzialmente l’atto di nascita assegnando a Joan il solo cognome della madre partoriente. Un atto, questo, gravemente lesivo dei diritti fondamentali del minore. A tre mesi di distanza dalla trascrizione parziale è arrivata il decreto che ha accolto le nostre richieste e ha ordinato la trascrizione integrale dell’atto con l’apposizione di entrambi i cognomi delle madri.
Al sindaco è stato ingiunto per decreto di procedere alla trascrizione: è stata indicata la motivazione?
Il collegio ha ribadito che la trascrizione di un atto di nascita formato validamente all’estero non è contraria all’ordine pubblico. Il concetto di ordine pubblico va valutato con riferimento ai diritti fondamentali dell’uomo desumibili dalla Costituzione e dai trattati internazionali e tenendo sempre presente la tutela dell’interesse superiore del minore e la tutela del diritto delle persone di autodeterminarsi e di formare una nuova famiglia. Il collegio affronta coraggiosamente, inoltre, la questione dell’omogenitorialità affermando testualmente che «se l’unione tra persone dello stesso sesso è una formazione sociale dove la persona svolge la sua personalità e se quella dei componenti della coppia di diventare genitori e di formare una famiglia costituisce espressione della libertà di autodeterminarsi, come affermato dalla Corte costituzionale, allora deve escludersi che esista a livello costituzionale un divieto per le coppie dello stesso sesso di accogliere e generare figli».
Sulla base di questo presupposto arriva a riconoscere l’esistenza di un progetto familiare dal quale è venuto al mondo Joan e afferma espressamente che l’essere stato desiderato e poi generato da quella coppia di genitori è parte irriducibile della sua identità personale.
Qual è stata la reazione delle due mamme del piccolo Joan?
Le mamme aspettavano con ansia questa decisione dopo più di un anno di incertezza a forti disagi dovuti al mancato riconoscimento della nascita di Joan da parte dello Stato italiano.
A suo parere il decreto odierno quale valore può avere per altri sindaci?
Il decreto d’ieri è sicuramente un ottimo risultato perché aderisce ai precedenti giurisprudenziali sul tema in ordine alla non contrarietà all’ordine pubblico internazionale della trascrizione di un atto di nascita di un minore con genitori dello stesso sesso e allo stesso tempo perché si pronuncia, incidentalmente, sul tema dell’omogenitorialità.
È vero anche che, in parecchi uffici di Stato civile italiani, in presenza di casi similari non è stato necessario ricorrere al tribunale in quanto gli ufficiali hanno autonomamente provveduto alla trascrizione degli atti di nascita di minori con genitori dello stesso sesso validamente formati all’estero. Una tale disparità di trattamento non dovrebbe esistere, speriamo quindi che la pronuncia di oggi disincentivi sempre di più gli ufficiali di Stato civile a procedere con il rifiuto delle trascrizioni