Ci sono libri che mi scelgono. Capita di trovarli sugli scaffali di una libreria, tra le pagine di un giornale, nel passaparola di amici, in una voce alla radio. Bruised (Triskell, Brescia 2018, pp. 309) è uno di quei libri.
Ne sentivo parlare da un po’: l’opera prima di una giovane donna ferrarese, come me. La storia di un adolescente omosessuale che si dipana tra il Castello Estense e le mura rinascimentali della mia città non poteva che incuriosirmi. Ancor di più il fatto che ad affidare le proprie emozioni e i propri sentimenti a quel diciottenne scarruffato fosse una donna, adulta ed eterosessuale.
Conosco Federica Caracciolo, l’autrice di questo romanzo. Conosco il suo impegno quotidiano per la causa Lgbti, il suo metterci la faccia, sempre. La nostra battaglia la combattiamo fianco a fianco da un po’, convinte che una società fatta di diritti possa essere una società migliore per tutti.
Non conoscevo però la sua parte più intima, quella che ha raccontato nelle pagine di questo romanzo e che ha affidato a Lele, Raffaele il protagonista di questa storia. Diciotto anni, un’amica del cuore che è sempre stato il suo scudo, la sua famiglia, la sua forza, un mondo intero da scoprire senza di lei, quando alla fine della maturità, quella scolastica, le loro strade si dividono. Incontri virtuali e reali che si trasformano in nuove avventure, che fanno uscire Lele da quelle mura cittadine oltre le quali Ludovico Ariosto non aveva mai avuto il coraggio di spingersi, se non nelle fantasie del suo Orlando.
Perché Ferrara è così, ti avvolge nelle sue nebbie, ti tiene stretto tra le sue forti mura che resistono nei secoli e proteggono i suoi cittadini dalle intemperie dei tempi. Ferrara è come la famiglia di Lele, tutto sembra perfetto e tranquillo anche quando tutto va a rotoli, anche quando la parola frocio brucia sulle labbra di un gruppo di adolescenti che non si fanno scrupoli a menar le mani se non si è disposti a subire, a piegare la testa. Ma oltre le sue case dai mattoni rossi, oltre i vicoli le cui pietre costringono a continui giochi di equilibrio, esiste un mondo nuovo nel quale conoscersi e riconoscersi.
Bruised parla di sentimenti, di desideri, di passione. Di amicizia, di scoperte e rivelazioni. Di paura e coraggio. Bruised parla di ognuno di noi, non importa se uomo o donna o trans o gender fluid. Non importa se etero o omo o bisex.
Bruised è un romanzo destinato a un pubblico giovane come il suo protagonista, ma che sa parlare a tutti. Perché Lele è l’adolescente che siamo stati e che ancora incontriamo nei nostri ricordi o in quei momenti nei quali ci dimentichiamo che il tempo sia passato. Quei momenti nei quali vorremmo avere diciotto anni e guardare una volta ancora il mondo con gli occhi della prima volta, gli occhi delle prime volte, quando tutto è ancora “per sempre”.