Frequento il Salone internazionale del Libro di Torino sin dalla sua nascita e credo di poter affermare senza remora alcuna che quella di quest’anno è l’edizione più Lgbti di sempre: da tre anni la Regione Piemonte e il Coordinamento Torino Pride hanno dato vita al primo spazio dedicato ai diritti Lgbti e non solo.
Il Premio FUORI!, dedicato all’editoria di genere e fondato da Angelo Pezzana, verrà consegnato oggi a Edmund White in seno alla kermesse libraria torinese anche grazie alla preziosa collaborazione del direttore Nicola Lagioia. Manni, pilastro dell’editoria pugliere, presenterà Mio figlio in rosa di Camilla Vivian: un romanzo il cui sottotitolo Ti senti maschio o femmina? Io mi sento io credo parli da solo (consigliatissimo!). Questi solo alcuni tasselli del Salone del Libro “arcobaleno”.
Sono particolarmente contento che proprio in questo contesto venga ufficialmente lanciata LiberaMente, la nuova collana editoriale di Robin – Biblioteca del Vascello che ha l’ambizione di raccogliere testi – siano essi di saggistica o narrativa; italiani o stranieri – che propongono temi legati al mondo Lgbti assenti o poco approfonditi sulle pagine dei libri. Volumi per riflettere e per accendere il dibattito. Volumi che vogliono aprire una strada che poi, speriamo, possano percorrere in tante e in tanti.
E sono anche particolarmente contento che a parlarne su Gaynews possa essere proprio io che la collana l’ho ideata insieme a Carola Messina, presidente della storica sigla editoriale romano/torinese.
In questa sfida con noi c’è un comitato scientifico nel quale siedono diversi esperti e grandi amici: il coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia, il responsabile dei progetti speciali della Fondazione Merz Silvano Bertalot, il creativo Andrea Curti, onnivoro di letteratura Lgbti internazionale, l’esperta di editoria Giulia Gabotto, oggi a Il Corriere della Sera, e Donata Prosio coordinatrice del Torino Pride prima di Alessandro. Tutte persone che lottano da anni contro le discriminazioni di genere e che, per questo, hanno accolto la sfida di lavorare con noi a un progetto libero dallo schema del genere… anche letterario.
Il logo della collana, ideato da Francesca Cerritelli e caratterizzato dalla purezza cromatica “senza esitazione” che rimanda all’arcobaleno, “gioca” con le lettere L G B T: l’oggetto e il soggetto in totale sincronia con lo spazio. Stilemi che si confermano e si rafforzano nel momento in cui l’osservatore va alla loro ricerca tra significati e mutevoli forme.
Inauguriamo la collana con due testi molto diversi fra loro ma nei quali crediamo molto: Il Nuoro e gli #altri di Rita De Santis, presidente onoraria di Agedo, e La parola alle Amazzoni – Scenario artistico-letterario da Lesbo a Hollywood di Giorgia Succi che verranno presentati al Salone presso l’Arena dei Diritti della Regione Piemonte questa sera alle 18:00. Alla presentazione interverranno con le autrici anche altre due amiche: Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni le prime due mamme a cui è stato consentito di registrare il proprio figlio nato in Italia .
I due libri:
Il Nuoro e gli #altri
Se avete voglia di vivere qualche giorno all’ombra del dubbio, allora dovete assolutamente fare la conoscenza del Serranus Tortugarum un pesce che, fortunatamente, possiede un nome preciso tra le variegate famiglie ittiche. Invece altre persone che, insieme a lui, entreranno nel vostro immaginario, non hanno al momento una denominazione precisa perché i linguisti non sono ancora riusciti a studiare delle possibili varianti per i molteplici nuclei familiari che si animano sotto gli #altri. Una convinzione però si farà strada nello sbalordito lettore, ovvero che la natura e la storia sono cose diverse da come le viviamo quotidianamente.
Spessissimo, scambiamo per naturale ciò che è consuetudine e per storia quello che ci viene tramandato dai vincitori. Vi accorgerete, continuando nella lettura, che anche gli anatemi religiosi sono completamente fuori posto, perché Dio altro non può essere che amore e inclusione e i libri sacri, letti senza la lente del bigottismo, forse ci vorrebbero insegnare la bellezza del dono e della felicità. Possono i “diversi” aspirare a questa felicità oppure resteranno sempre figli di un Dio minore?
Voglio credere di sì e, attraverso questo libro, cercare di dare una mano affinché questo avvenga. Come dice la mia amica Barbara X nel suo romanzo Resistenze: «Ma il tempo leviga le montagne, e le onde modellano le rive. Ci vuole pazienza. L’uomo è un bruscolino, la ragione è nulla. Alla fine il sole vincerà».
L’autrice, Rita De Santis, nasce a Termoli, il 24 maggio 1938. Donna eclettica, ha una vita non facilmente riassumibile. Ciò che resta costante in lei è la lotta per i diritti civili che porta avanti con determinazione. Vive in provincia di Brescia e d’estate si trasforma in artista di strada per le ripide scale di Apricale.
La parola alle Amazzoni – Scenario artistico-letterario da Lesbo a Hollywood
«Le donne di lettere sono quasi del tutto sconosciute le une alle altre, eccetto ogni tanto per il nome», scriveva Natalie Clifford Barney a Colette negli anni ’20 del secolo scorso. Quando nel 1927 fondò l’Académie des Femmes lo fece perché le donne potessero conoscersi, riconoscersi e celebrarsi. La parola alle Amazzoni ha lo stesso intento e ripercorre la storia delle donne lesbiche, la loro rappresentazione e visibilità storica, letteraria, e artistica. Pone al suo centro le donne, la loro parola e il loro desiderio di essere individui completi e indipendenti dallo sguardo maschile ed etero-normativo. Perché se Saffo è indiscutibilmente la prima donna a noi giunta che cantò l’amore e il desiderio tra donne, non fu certamente l’ultima.
Giorgia Succi è nata a Torino, ma le piace cambiare spesso residenza. Laureata in Lettere e con un master in femminismo, ritiene da sempre fondamentale la diffusione pubblica della storia e del genio delle donne. Seguace di Saffo per passione e vocazione, adora riscoprire e celebrare le fiere Amazzoni che hanno popolato la terra per migliaia di anni.
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