Genere oltre i generi. Questo lo slogan del Barletta Pride, che ha avuto luogo sabato 16 giugno.
La città pugliese della disfida è stata percorsa da 1500 persone, unite – come recita il documento politico – «nei valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’inclusione sociale, della solidarietà, della laicità, dell’anticlericalismo, del riconoscimento dei diritti umani e civili della comunità Lgbti e delle persone tutte».
Ad aprire la marcia dell’orgoglio Lgbti, partita alle 16:30 dal Lungomare Pietro Mennea e conclusasi al tramonto nei giardini del Castello Svevo, lo striscione del Coordinamento organizzativo. Coordinamento costituito da Arcigay (cinque comitati locali), Agedo (quattro comitati), Osservatorio Giulia e Rossella, Impegno Donne Foggia, i centri antiviolenza Safiya, Save e Riscoprirsi, Arci Cafiero, Hastarci Trani, Cgil Bat, Anpi Bat, Lezzanzare, Nudi, TGenus, LeA, Uaar Bat.
In prima fila anche Nunzio Liso e Nicola Giuliani, la prima coppia unitasi civilmente a Trani nel 2016
Madrina del Barletta Pride è stata Vladimir Luxuria, che non ha mancato di rivolgersi al responsabile del dicastero della Famiglia e Disabilità. «Caro ministro – ha gridato l’ex parlamentare sul carro del Coordinamento –, tu sei Fontana ma noi siamo marea».
Pur non essendo presente, il neosindaco di centrodestra Cosimo Cannito ha incontrato nei giorni scorsi gli organizzatori e successivamente inviato loro il seguente messaggio: Barletta è una città senza pregiudizi e auguro a tutti la buona riuscita di questa manifestazione.
Una lunga lettera è stata invece inviata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al consigliere nazionale d’Arcigay Luciano Lopopolo e a tutti i componenti del Coordinamento.
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