A Marzamemi, incantevole frazione marittima di Pachino (Si), il 65enne Gigi Tropea, titolare del Lido Baiamuri, ha pensato bene di lanciare sulla relativa pagina Facebook un annuncio in caratteri bianchi su sfondo rosso: «Cerca personale camerieri/e e ragazza o gay di bella presenza per accoglienza».
E, com’era prevedibile, si sono scatenate sui social le polemiche per parole che sono ritenute offensive e discriminatorie verso le persone omosessuali.
Per saperne di più abbiamo raggiunto Armando Caravini, presidente di Arcigay Siracusa, il cui j’accuse a Tropea è stato uno dei primi e dei più motivati.
Armando, qual è stata la tua reazione quando hai letto un tale annuncio?
Di completa meraviglia. Si tratta di discriminazione al contrario.
In che senso?
È la prima volta che mi imbatto in un tentativo simile d’inclusione che, alla fine, fa passare un messaggio sbagliato. Infatti, normalmente, purtroppo, avviene il contrario: annunci o colloqui, durante i quali il datore di lavoro esclude esplicitamente delle persone solo sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
In questo caso è stata attuata un’operazione di accostamento del gay alla donna – e, in ogni caso, di bella presenza – sulla base di concezioni stereotipate. Tanto più che lo stesso Tropea, riprendendo delle parole già utilizzate in altri contesti da Carlo Taormina, ha detto: Io un gay lo riconosco da lontano.
Concezioni stereotipate e discriminatorie, perché persone educate e gentili sono allo stesso modo uomini tanto etero quanto omosessuali.
Non credi che sia necessario puntare a creare realtà friendly e inclusive anche nel Siracusano?
Ci stiamo già pensando da tempo. Arcigay è già a lavoro per la creazione di Val di Noto friendly. Presenteremo il nostro progetto nel dettaglio durante il Giacinto Festival di Noto ma il senso è quello di trasformare, da qui a un anno quel territorio in una meta, gay-friendly, come fatto molti anni fa in Versilia.
Semplicemente perché sono luoghi già ampiamente scelti come base di vacanza da un turismo non più solo familiare ma anche Lgbti. Il che permetterà, a livello turistico, una sinergia e rapporto inclusivo delle persone Lgbti ancora viste come diversi.
C’è qualche antecedente in zona che vi ha spinto a ciò?
Certo. Tutto nasce dalla spiaggia di Marianelli, dove è tollerato stare nudi, scelta come meta anche da persone omosessuali. Insomma Noto e Marzamemi pullulano di questo tipo di turismo.
Non è da escludere che l’imprenditore, avendo fiutato la cosa, stia cavalcando l’onda di una realtà già consolidata nel territorio, negli ultimi anni anche più di Siracusa o di Catania.