È morto il 22 luglio, all’età di 96 anni, in una casa di cura a Helena (Montana) – dove risiedeva col fratello sacerdote Jack – Raymond Gerhardt Hunthausen, arcivescovo emerito di Seattle, il cui esplicito sostegno al disarmo nucleare, ai diritti delle persone Lgbti e a un maggior connvolgimento delle donne nel ministero ecclesiale lo hanno reso uno dei presuli statunitensi più controversi.
«Era uno – ha dichiarato lunedì il nipote Denny Hunthausen al Seattle Times –, grazie al cui esempio molte persone hanno visto che c’era un posto per loro nella chiesa».
Nato ad Anaconda il 21 agosto 1921 e ordinato presbitero il 1° giugno 1946, Hunthausen fu nominato, l’8 luglio 1962, da Giovanni XXIII vescovo di Helena. In tale veste partecipò a tutte e quattro le sessioni del Concilio Vaticano II.
L’allora vescovo di Helena Raymond Hunthusen a Roma durante il Vaticano II (3° da sinistra)
Nel 1975 Paolo VI lo promosse arcivescovo metropolita di Seattle, sede che guidò fino al 1991 quando Giovanni Paolo II ne accettò le dimissioni cinque anni prima del limite canonico prescritto.
Ma qui Hunthausen assunse tali prese di posizioni da finire nel mirino dei tradizionalisti, che lo accusarono di deviare dalla dottrina cattolica. A essere soprattutto criticate l’ammissione di fedeli divorziati e risposati ai Sacramenti, l’imponente celebrazione nella cattedrale di San Giacomo per i partecipanti di un meeting Lgbti e le sue dichiarazioni a favore degli stessi, il permesso di sterilizzazioni contraccettive negli ospedali cattolici dell’arcidiocesi.
Ciò mise in allarme Giovanni Paolo II che, nel 1983, affidò a Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, l’istruzione di un’indagine e nominò visitatore apostolico l’allora arcivescovo di Washington James Aloysius Hickey. A conclusione della visita apostolica Hunthausen indirizzò una lettera a Ratzinger in cui riaffermava la sua fedeltà al magistero e al Papa.
In ogni caso Giovanni Paolo II, il 30 novembre 1985, decise di affiancargli Donald William Wuerl (attualmente cardinale arcivescovo di Washington) come ausiliare con facoltà straordinarie.
Ma la mancanza di chiarezza nelle comunicazioni ufficiali rese la situazione così insostenibile da spingere lo stesso Wojtyla, meno di due anni dopo, a promuovere Wuerl vescovo di Pittsburgh e a nominare, il 26 maggio 1987, coadiutore di Hunthausen, cum iure successionis, Thomas Joseph Murphy.
Per una piena valutazione di questo periodo di tensioni col Vaticano non vanno dimenticate le proteste condotte nel 1982 dall’arcivescovo di Seattle contro lo stoccaggio delle armi nucleari e il programma di missili Trident che aveva una base a Puget Sound. Per questo motivo Hunthausen trattenne metà della sua imposta sul reddito invitando i fedeli a fare lo stesso. Celebri le sue parole: Trident è l’Auschwitz di Puget Sound.
Sotto la guida di Hunthausen Seattle divenne, a partire dal 1988, una delle prime diocesi statunitensi ad attuare serie misure per contrastare gli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti e a versare somme ingenti a favore delle vittime. Precedentemente il presule aveva invece adottato l’allora linea comune con la politica del trasferimento d’ufficio di presbiteri gravati di tali accuse.
Ma Hunthausen ha ammesso ripetutamente tali errori. Cosa che ha spinto le associazioni e i legali delle vittime di abusi sessuali ad affermare che, pur avendo potuto l’arcivescovo fare di più al riguardo, si è comunque distinto rispetto ai suoi predecessori o ad altri presuli in tutto il Paese.
Hunthausen lascia soprattutto il ricordo di un vescovo vicino ai poveri e ai bisognosi. Basti ricordare la fondazione da lui istituita presso la cattedrale di San Giacomo a Seattle a favore dei lavoratori indigenti e dei senzatetto.